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Asp Ragusa, la mammografia spetta gratuitamente in caso di esenzione ma la struttura privata convenzionata ne pretende il pagamento ‘perchè la fa in 3D’. La denuncia della paziente, la deputata all’Ars Stefania Campo (una delle tante malcapitate) tramite il Comitato civico Articolo 32 scoperchia una realtà che l’autorità giudiziaria non può ignorare. Dalle denunce del comitato un sistema di faccendieri, ‘amici degli amici’ e il ‘pizzo’ imposto con la nuova tesoreria, pur nell’obbligo per legge di pagamento elettronico del ticket, per ogni ricetta presentata al Cup

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Da meno di un anno a Ragusa e in provincia un gruppo di cittadini, a tutela del diritto alla salute, secondo l’art. 32 della Costituzione, sta facendo più di ogni apparato dello Stato ed anzi, spesso, l’efficacia della sua azione consiste proprio nel mettere il Servizio sanitario nazionale, la Regione siciliana e le aziende sanitarie che ne sono emanazione, di fronte alle proprie palesi inadempienze e responsabilità. E’ il Comitato civico ‘Articolo 32’ il cui presidente, Rosario Gugliotta – medico di frontiera e missionario attivista della cura della vita e della dignità della persona umana –  dopo una serie innumerevole di segnalazioni scioccanti, ieri ha denunciato una vicenda che, ancor prima di ogni approfondimento, mostra in tutta evidenza non pochi elementi talmente macroscopici da rendere ineludibile la necessità di un intervento dell’autorità giudiziaria.

Ecco il racconto.

<<La scorsa settimana una nostra associata, che unitamente ad altri professionisti, medici e intellettuali è componente del nostro “comitato etico e di garanzia”, ha denunciato un episodio di particolare gravità. La persona in questione, l’onorevole Stefania Campo, ha reso pubblica questa sua personale esperienza in una assemblea della nostra associazione.
“Verso la fine di marzo, dopo svariate telefonate al Cup senza mai un esito positivo, decido di prenotare autonomamente una mammografia che viene quindi fissata a sette mesi.  Pertanto con il foglio prenotazione raggiungo una nota struttura convenzionata a Comiso.
Giunta sul posto, dopo un po’ mi chiama un’impiegata dell’accettazione alla reception e parlando sottovoce dice “senta so che lei è qua con l’esenzione ma noi oramai siamo dotati di mammografi 3D e quindi deve pagare”.
Stefania Campo (che non è stata riconosciuta né tantomeno si è qualificata) fa osservare che l’ambulatorio di Comiso è stato assegnato dal Cup. Che senso avrebbe attendere sette mesi per recarsi a Comiso, per una prestazione a pagamento, se alle stesse condizioni poteva essere visitata a Ragusa !?
A queste osservazioni le viene risposto che sarà sottoposta a mammografia con l’apparecchiatura obsoleta. Viene quindi  avvertita che, per le prossime visite, nonostante le prenotazioni del cup, dovrà pagare la prestazione. Peraltro  scopre che a tutte le signore presenti nella sala è stata fatta la stessa richiesta del “supplemento nuovi macchinari”.
<<A questo punto ci chiediamo: i tre milioni di euro in più per l’Asp di Ragusa, stanziati per oltre 7000 prestazioni aggiuntive (un costo medio per i contribuenti di quasi 500 euro a prestazione, n.d.r.), come verranno impiegati? L’Asp di Ragusa ha previsto la facoltà delle strutture convenzionate di richiedere una tassa “per nuove tecnologie” ? Forse le convenzioni con i privati si applicano soltanto per le attrezzature obsolete? L’imbarazzato silenzio dei vertici Asp su questa vicenda, a nostro avviso, è più eloquente di qualsiasi nota chiarificatrice>>.

Il giorno prima, lo stesso Comitato, con una nota dello suo presidente Gugliotta, aveva scritto: <<E’ ben noto a tutti che all’interno del sistema sanitario pubblico pascolano faccendieri complici del saccheggio delle risorse pubbliche. Ci sono poi gli “amici degli amici” che alimentano quel sottobosco paternalistico-clientelare tanto caro al sistema dei personaggi politici legati al
potere. In questa giungla , abitata anche da molte brave persone che fanno il proprio
lavoro, si annidano certi provvedimenti per sgraffignare con destrezza un po ‘di
soldi agli utenti.
<<Per quanto riguarda l’Asp di Ragusa, nonostante sia obbligatorio il pagamento
del ticket con sistema elettronico da alcuni mesi, dopo il cambio nella gestione
dei servizi di tesoreria, hanno deciso di applicare un costo aggiuntivo di 1,50 euro
per ogni ricetta presentata al Cup. Questa tassa aggiuntiva, diremmo pizzo, non è indispensabile nei pagamenti verso gli enti pubblici. Tanto è vero che, ad esempio, al Comune di Ragusa quando si paga una multa viene addebitato solo l’importo della sanzione.
Ma anche nel sistema sanitario ci sono esempi del genere. Abbiamo messo a confronto l’avviso rivolto agli utenti dell’ Asp di Ragusa con un altro analogo avviso. Ma non è finita. Nei prossimi giorni pubblicheremo una testimonianza diretta dell’applicazione dello speciale sovrapprezzo “nuove tecnologie . Un’astuta trovata da chi, pur beneficiando della convenzione come struttura privata pagata con denaro pubblico, riesce a sgraffignare un po’ di soldi agli ignari utenti che si presentano in ambulatorio>>.