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Un anno fa la strage di Brandizzo. Da allora? Giordano: non è vero che non sia cambiato nulla, è cambiato molto in peggio. J’accuse del magistrato: regalata l’immunità ispettiva, stabilita una ‘presuzione di regolarità’ a fronte di un’irregolarità reale del 90% in edilizia e del 70% negli altri settori, escogitato l’obbligo degli enti di controllo di avvisare le imprese almeno 10 giorni prima dell’ispezione

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È trascorso un anno dalla tragedia di Brandizzo, piccolo comune della città metropolitana di Torino, in cui persero la vita cinque operai travolti dal treno che viaggiava sulla linea ferroviaria tra il capoluogo piemontese e Milano. La notte tra il 30 e il 31 agosto 2023 Kevin Laganà, Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Giuseppe Aversa e Giuseppe Saverio Lombardo erano impegnati in una serie di lavori lungo i binari quando vennero sorpresi dal passaggio di un treno diretto al deposito, e che viaggiava a circa 160 chilometri orari. La strage suscitò grandissima commozione in tutto il Paese. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, definì «un oltraggio» morire sul lavoro, «un oltraggio ai valori della convivenza».

Ovvio, un anno dopo, chiedersi cosa sia cambiato nel frattempo. Secondo i familiari delle vittime nulla: e già questo è – sarebbe – un fatto gravissimo rispetto ad uno Stato che incredibilmente non fa nulla per fermare un’autentica vergogna nazionale. Ma non è neanche così. C’è di peggio, di molto peggio. E a dirlo, con dati di fatto eloquenti, è un esperto della materia, Bruno Giordano, magistrato di Cassazione che ha dedicato gran parte della propria vita professionale all’impegno specifico sulla sicurezza del lavoro tanto che il ministro Andrea Orlando (governo-Draghi) lo volle a capo dell’Ispettorato nazionale del lavoro, ufficio dal quale in un anno e mezzo ha compiuto atti importanti capaci di imprimere una svolta ma che avrebbero richiesto continuità alla quale invece il governo-Meloni non ha dato seguito operando anzi una radicale marcia indietro perfino rispetto alla situazione preesistente alla felice parentesi-Giordano. Tra le altre cose il magistrato, siciliano di Vittoria, da capo dell’Ispettorato nazionale del lavoro era riuscito ad assegnare alla Regione Sicilia un cospicuo contingente di ispettori del lavoro che la Regione, con cavilli burocratici, prima in buona sostanza ha rifiutato, poi boicottato e vanificato.

<<A un anno dalla strage di Brandizzo, i familiari delle vittime dicono che non è cambiato nulla. Non è vero, è cambiato molto, ma in peggio>> precisa Bruno Giordano: <<Subito dopo Brandizzo il presidente Mattarella,  incontrando la ministra Calderone, aveva ammonito che non era sufficiente quello che era stato fatto. Sono seguite le stragi di Firenze, Suviana, Casteldaccia, tutte accomunate da appalti e subappalti, la cui liberalizzazione selvaggia non è stata fermata. Anzi si è inventata la patente a punti per l’edilizia che di fatto potrebbe avere effetti solo tra qualche anno e comunque per ora – osserva Giordano – non consentirebbe di bloccare un’impresa nemmeno con cinque morti. Se fosse stata in vigore prima della strage del supermercato di Firenze, nessuna impresa sarebbe stata bloccata. È stata regalata ai datori di lavoro l’immunità ispettiva in materia di sicurezza per un anno e in materia di lavoro e di qualsiasi altra materia per 10 mesi. Una presunzione di regolarità – obietta il magistrato – che nessuno ha spiegato, anzi è totalmente infondata se si pensa che in Italia le irregolarità nelle imprese ispezionate arrivano a toccare il 90 % in edilizia e superano il 70% negli altri settori. Addirittura si impone agli organi di controllo di avvisare le imprese almeno dieci giorni prima dell’ ispezione. E in caso di eventuale sanzione basteranno venti giorni per mettere a posto e non  pagare nulla. Solo forma, e nessun disturbo. Una vera amnistia permanente che vale per il passato e per il futuro. Un caso unico in Europa. Intanto aumentano i morti e i feriti sul lavoro, gli omicidi plurimi, le malattie professionali. Morire sul lavoro – conclude Giordano – è una ferita per la democrazia, è ingiusto e incivile ma è amaro constatare che in questo Paese è anche inutile “.