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La Camera di Commercio cancelli dal registro le imprese cessate e la smetta di chiedere loro i contributi. Storica ordinanza del Tribunale di Catania che impone alla Camera Sud Est Sicilia di lasciare in pace una quarantina di aziende iblee defunte. E’ il coronamento di una battaglia legale condotta dall’avvocata Giusi Schirmo

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C’è un ‘diritto di morire negato’ anche alle imprese, in forma di accanimento non ‘terapeutico’, ovvero mirato ad impedire o tardare la morte di un determinato soggetto, ma ‘esattivo’, cioè di inflessibile persecuzione del … cadavere affinchè continui a pagare come se fosse ancora in vita.

Una ‘negazione’ durata incredibilmente quasi vent’anni e arrestata dalla battaglia legale promossa da Giusi Schirmo, avvocata del foro di Ragusa con studio a Comiso, alla quale si è rivolta un’impresa iscritta alla Camera di Commercio iblea a maggio 1999 e cessata sei anni dopo, nel 2005.

Artefice di questo illogico accanimento vessatorio l’ente camerale – dal 2015 Camera di Commercio del Sudest comprendente le vecchie Cciaa di Ragusa, Siracusa e Catania – al quale il Tribunale etneo delle imprese ha ordinato la cancellazione dal registro delle imprese della defunta società in accomandita semplice e di un’altra quarantina d’aziende nella stessa situazione.

Una storia di ottusità, colpevoli omissioni, mala-burocrazia, pretese vessatorie da parte di un ente pubblico che per natura dovrebbe avere tra le priorità ineludibili il rispetto delle norme. Una storia conclusasi con l’ordinanza emessa il 7 giugno scorso dal Tribunale delle imprese di Catania e andata avanti dal 2005.

<<Da allora – spiega Giusi Schirmo – la società da me assistita, cancellata dai registri dell’Agenzia delle Entrate e dall’INPS, rimaneva immotivatamente iscritta presso la Camera di Commercio, con l’aggravante del pagamento al versamento degli oneri camerali dal 2005 fino ad oggi. Per ben 19 anni tale società rimaneva nel “limbo” in attesa di una cancellazione dovuta in via amministrativa da parte dagli uffici dell’Ente, ma di fatto mai avvenuta. Vani, inoltre, sono stati i ricorsi amministrativi al Conservatore da parte del rappresentante legale della società, rimasti tutti lettera morta.

<<Al ricevimento – prosegue l’avvocata Schirmo – dell’ennesima notifica da parte dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione S.p.A della cartella di pagamento relativa al versamento degli oneri camerali per gli anni 2022/2023, la mia assistita, in persona del legale rappresentante, si rivolgeva presso il mio studio legale al fine di porre fine a questa annosa vicenda che ha dell’assurdo. Ed invero, dopo un primo accesso agli uffici della Camera di Commercio di Ragusa, apprendevo che ben 40 società della Provincia, compresa la mia assistita, erano rimaste nel “limbo” per un ipotetico mancato collegamento tra l’Ente di Camera di Commercio e l’Agenzia delle Entrate, che non consentiva di effettuare i controlli patrimoniali e procedere di fatto alla cancellazione

definitiva delle società.

<<Posto che tale arrangiata giustificazione è destituita di ogni qualsivoglia fondamento in fatto e in diritto, ho adito il Giudice delle Imprese del Tribunale di Catania conscia del fatto che sarebbe stato l’unico strumento per tutelare i diritti della mia assistita e porre fine, dopo ben 19 anni, a questa incredibile vicenda. Ed invero, successivamente all’udienza del 29 maggio scorso, con ordinanza del 7 giugno, il Giudice adito ordinava la cancellazione della mia assistita dal registro delle imprese. Pertanto, a seguito del mio intervento, la mia assistita verrà finalmente cancellata dal registro delle imprese ed altresì verranno cancellati ben 19 anni di oneri camerali infondatamente richiesti.

<<Ma vi è di più! La Camera di Commercio del Sud Est Sicilia, sulla scorta di tale ordinanza, procederà per la Provincia di Ragusa a cancellare d’ufficio le 40 società poste nel “limbo” da oltre 20 anni, nonché alla cancellazione degli eventuali oneri camerali richiesti e non dovuti. Una bella vittoria per tutte queste società che finalmente, grazie all’iniziativa della mia assistita, otterranno l’agognata cancellazione. Inoltre – conclude Schirmo –  tale ordinanza farà da eco per tutte le società del territorio di Catania e Siracusa che presenteranno le medesime caratteristiche e che sono da anni nel “limbo” per un mero “inghippo” burocratico>>.