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Ricchi premi al segretario generale Giampiero Bella per i bei ‘risultati’ ottenuti: Quali? Il disastro finanziario dell’ente di cui per otto anni è stato anche dirigente del settore, certificatore di tutti gli atti del ‘sistema-Abbate’ e, fino al momento in cui viene smascherato da Milena Gabanelli, anche responsabile anticorruzione mentre è imputato in due processi penali. Possiede una qualità, fedeltà assoluta all’esponente cuffariano, che lo rende imbattibile. Arriva a costare al Comune duecento mila euro l’anno e ha mani libere per collezionare incarichi, retribuiti a parte, in altri enti. A palazzo San Domenico illegalità come regola, disordine contabile, sistematico ritardo nei bilanci per sfuggire alla verità ed eludere i controlli: il consuntivo 2021, falso, una miccia accesa in consiglio comunale. E’ illegittima l’assunzione di tre dirigenti e perciò nulli i loro atti. Disattesi gli obblighi di trasparenza e di prevenzione della corruzione anche da parte del nuovo responsabile dell’anticorruzione. Un vortice di scambi, intrecci, incarichi, nomine e subentri reciproci sull’asse Modica-Acate-Bagheria. Dall’ex sindaco oggi deputato Dc all’ex commissaria Domenica Ficano alla neo sindaca Maria Monisteri continuità piena assicurata dal segretario che la legge vorrebbe ‘garante’ della conformità degli atti alle norme e che a Modica garantisce solo il modus operandi di Abbate, finora fuori dai radar della Procura. Il fido burocrate si libera dal processo (per i rimborsi gonfiati al centro di Pozzallo), occupato per cinque anni dai testi d’accusa e finito in prescrizione: imputato per falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, di truffa aggravata, di frode nelle pubbliche forniture, sceglie di non essere giudicato anzichè puntare alla verità di una sentenza

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Un anno fa, con un primo articolo del 12 dicembre 2022 ed altri a seguire, abbiamo analizzato il ‘fenomeno-Abbate’, ovvero la presa del Comune di Modica ridotto a ‘cosa propria’ nei nove anni di sindacatura del politico, Ignazio Abbate, con trascorsi a sinistra – consigliere provinciale Ds dal 2007 al 2012 – prima di essere eletto sindaco nel 2013 con l’Udc, riconfermato con proprie liste nel 2018, dimessosi quindi e cessato dalla carica l’8 maggio 2022 per candidarsi, ed essere eletto, all’Assemblea regionale siciliana nel partito allestito da Totò Cuffaro, l’ex presidente della Regione pregiudicato per reati commessi con l’aggravante di avere favorito la mafia, tornato in libertà dopo poco meno di cinque anni di detenzione, dal 22 gennaio 2011 al 13 dicembre 2015, nel carcere di Rebibbia dove ha scontato la pena a sette anni di reclusione con interdizione perpetua dai pubblici uffici: pena accessoria in seguito – il 17 febbraio 2023 – condonata e quindi dichiarata estinta, con piena facoltà di votare e di candidarsi, esperienza che tornerà a fare nelle elezioni europee di giugno 2024 dopo avere creato, quando era interdetto dai pubblici uffici, un partito, Dc, di cui è il capo assoluto e che nelle regionali del 25 settembre dello scorso anno ha conseguito il 6,5% dei voti e fatto eleggere cinque consiglieri, in Sicilia deputati, tra cui, appunto, Abbate. Il quale – va ricordato – in campagna elettorale derubricava ad ‘accordo tecnico’ il suo imbarazzante rapporto con il partito del famoso e influente pregiudicato, ma nei fatti ha dimostrato di trovarsi a proprio agio al suo interno, ben integrato e in piena sintonia politica e di interessi con il noto ‘Totò’, al punto da: avere assunto per sua concessione e volontà la presidenza della commissione affari istituzionali dell’Ars; essere nominato, per analoga concessione, vice presidente del gruppo parlamentare con espansione di ruolo tanto che la stampa, sbagliando ma non troppo, talvolta lo definisce ‘capogruppo’; puntare ad un assessorato che – in ‘quota’ partito di Cuffaro – confida di conquistare.

All’articolo citato del 12 dicembre 2022 sul fenomeno, e sul sistema, Abbate (qui) sono seguiti quelli del 16 gennaio 2023 su una gara ‘fuori legge’ del Comune di Modica da otto milioni di euro (qui); del 17 gennaio nel quale su richiesta di molti lettori abbiamo precisato e chiarito in dettaglio il tipo di favoreggiamento offerto da Cuffaro alla mafia (qui); del 6 febbraio 2023 sull’inquietante lascito di Abbate (qui); del 15 febbraio 2023 ancora sul ‘sistema’ e su affari connessi (qui); del 26 maggio 2023 su un vero e proprio manuale del voto di scambio (qui): del 9 giugno 2023 sulla nuova amministrazione da noi definita ‘Abbate ter’ (qui): ovvero la sindacatura di Maria Monisteri insediatasi il 5 giugno scorso in seguito al voto di domenica 28 e lunedì 29 maggio che le ha attribuito il 68,5% dei voti e consegnato un consiglio comunale occupato per l’87,5% – 21 consiglieri su 24 – da eletti nelle liste di fedelissimi ad Abbate a lei collegate.

Oltre cinquanta mila euro concessi da un Comune sovraindebitato

al suo segretario generale per premiarlo, nella misura massima

fissata dalla legge, dei risultati conseguiti: quali risultati?

Che l’amministrazione Monisteri non potesse che essere un ‘Abbate ter’ non v’era alcun dubbio per forza e verità delle cose e, come nelle previsioni logiche, l’esperienza di questi quasi sette mesi trascorsi lo conferma in pieno.

Seguendo sempre il filo dei fatti, tra i tanti modi e le vie possibili per indagare tale aspetto, scegliamo in questo articolo il ruolo e la funzione di una posizione strategica nelle dinamiche di potere attraverso cui il Comune di Modica è gestito, con impatto forte e immediato su gran parte della vita della città: il segretario generale. Una figura decisiva, purtroppo di fatto posta dalle norme nelle mani del sindaco eletto, nonostante essa debba – o dovrebbe – essere garante della legalità e dell’imparzialità dell’azione amministrativa tant’è che la sua funzione precipua è quella preposta alla verifica della conformità di tutti gli atti dell’ente alle leggi, allo statuto, ai regolamenti.

Questa via di ricerca alla base del presente articolo mi viene suggerita, e in un certo senso imposta, da notizie recenti sui ‘super-premi’ che il Comune di Modica concede, a spese dei contribuenti, a questo pubblico funzionario prescelto fin dal 2015 da Abbate (con un primo incarico ‘precario’, ancor prima che maturasse i requisiti per una nomina stabile legata alla durata della sindacatura) e tuttora in carica, otto anni dopo, nella terza di tre amministrazioni consecutive: appunto l’Abbate, l’Abbate-bis e – nella nostra definizione -… l’Abbate-ter.

Il segretario in questione si chiama Giampiero Bella, ma il suo nome prescinde dalla nostra indagine nella quale ricade solo per l’oggettività del ruolo ricoperto, dell’azione svolta, degli interessi portati avanti, degli atti prodotti.

In breve i fatti – molto recenti, piccoli se vogliamo, ma illuminanti – che ispirano questa ricerca. Potremmo risalire indietro nel tempo ma, nel punto di partenza, ci limitiamo ad esaminare quelli più vicini, in questo caso i premi attribuiti nell’anno in corso dal Comune al segretario generale.

Con determinazione dirigenziale del 7 giugno 2023 a Bella è liquidata l’indennità di risultato nella misura massima consentita: 100%, pari a euro 12.328,50, ovvero il 10% del monte salari dell’anno 2020 di euro 123.285,02. La spesa per il Comune di Modica, maggiorata degli oneri accessori è di € 16.289,18. La determinazione, come le successive, è della neo dirigente Maria Di Martino entrata in servizio il 5 giugno 2023 dopo essere stata consulente della commissaria straordinaria Domenica Ficano ai cui provvedimenti, di determinazione della retribuzione di risultato nella misura massima concessa a Bella, si richiama.

Un mese dopo, il 13 luglio 2023, altro premio, in fotocopia: indennità di risultato nella misura massima, ovvero € 11.458,43 pari al 10% della retribuzione del 2022 di € 114.584,30, con onere a carico del Comune di € 15.159,50.

Il 5 settembre terzo premio in sequenza. Solita determinazione dirigenziale di Di Martino per attribuire l’indennità di risultato nella misura massima anche per l’anno 2021: € 14.257,17 pari ad un decimo della retribuzione annua di € 142.571,70. Il costo di questo premio, comprensivo degli oneri accessori, per il Comune è di € 18.862,23.

Da rilevare che nella premessa del provvedimento del 5 settembre 2023 sono citate e richiamate le determinazioni della sindaca Monisteri n. 1946 del 26.7.2023 e n. 2161 del 24.8.2023 delle quali però il cittadino che si applichi in una normale, seria e diligente ricerca non trova traccia perchè i due provvedimenti, come tanti altri, sono archiviati senza alcun criterio di classificazione, collocazione e leggibilità, mentre spesso atti importanti come vedremo non sono neanche pubblicati.

Questo è un problema grave che va approfondito e, una volta per tutte risolto, se possibile facendo piena luce sul perché e con la punizione dei responsabili i quali non possono derubare la città, e la collettività tutta, di un loro sacrosanto diritto (conoscere gli atti del Comune) al quale corrisponde un preciso dovere dell’ente il cui adempimento, penalmente sanzionato, è posto a carico di figure ben precise dell’organico comunale preposte per competenza e responsabilità di funzione.

Tornando ai numeri, da considerare che l’incremento della quantificazione genera un ulteriore incremento automatico a cascata, perché il premio percepito nell’anno va a sua volta a confluire nel monte salari su cui si calcola l’indennità.

Abbiamo già osservato un punto critico della configurazione del ruolo, quindi dei doveri e dei poteri, di questo particolare funzionario – il segretario generale di un comune o di una provincia – il quale è dipendente dal ministero dell’Interno e però vive di una carriera che costruisce di volta in volta, su chiamata dei sindaci o dei presidenti appena eletti i quali in totale discrezionalità lo scelgono tra tutti coloro che sono dotati dei requisiti richiesti e perciò appartenenti ad un apposito albo.

Di fatto, e funzionalmente, il segretario di un comune dipende dal sindaco che lo ha voluto con sè, certo non contro, ma anzi, in piena sintonia con i propri interessi, innanzitutto quelli propri del modo in cui intenda esercitare la carica. Nel nostro caso il segretario di cui parliamo è quello prescelto da Ignazio Abbate e poi prescelto ancora (vedremo con quali singolari passaggi di apparente teatrale suspense) da Maria Monisteri la quale in tutto e per tutto garantisce al proprio mentore e predecessore, e a tutti i suoi affaires, continuità e potere attivo.

La considerazione ci torna utile per inquadrare correttamente un dato. Questo segretario ha firmato gli atti contabili di competenza della giunta e del consiglio comunale nei quali il sindaco (sulla base della proposta della giunta che egli nomina e presiede) ha previsto, a fronte di bilanci in drammatica sofferenza, il massimo della spesa consentita dal contratto collettivo nazionale di lavoro per premiarlo, nell’ampia forbice dal minimo al massimo di tutte le combinazioni possibili, al 100% del 100%.

L’art. 42 del contratto riguardante i segretari comunali stabilisce che <<gli enti del comparto destinano a tale compenso, con risorse aggiuntive a proprio carico, un importo non superiore al 10 % del monte salari riferito a ciascun segretario nell’anno di riferimento e nell’ambito delle risorse disponibili e nel rispetto della propria capacità di spesa>>. Quindi, il 10% del monte salari (comprensivo anche del premio dell’anno precedente) è solo il tetto massimo dello stanziamento. In ogni caso vanno rispettati due limiti: le ‘risorse disponibili’ e la ‘capacità di spesa del comune’.

Già qui una singolare anomalia risalta in tutta evidenza. Infatti l’arbitrio della generosità nella misura massima prevista si esercita in un quadro oggettivo che rende impossibile e del tutto irragionevole la decisione, stante la controindicazione, da allarme rosso, delle risorse disponibili e la fortemente compromessa capacità di spesa del comune.

Prosegue l’articolo 42 del contratto: <<Ai segretari comunali e provinciali è attribuito un compenso annuale, denominato retribuzione di risultato, correlato al conseguimento degli obiettivi assegnati e tenendo conto del complesso degli incarichi aggiuntivi conferiti, ad eccezione dell’incarico di funzione di direttore generale. Gli enti del comparto destinano a tale compenso, con risorse aggiuntive a proprio carico, un importo non superiore al 10 % del monte salari riferito a ciascun segretario nell’anno di riferimento e nell’ambito delle risorse disponibili e nel rispetto della propria capacità di spesa>>.

Sugli incarichi aggiuntivi torneremo ma intanto per la cronaca rileviamo che i premi elargiti da giugno a settembre 2023 dal Comune di Modica al suo segretario generale sono di € 38.044,10, per un costo a carico del Comune di € 50.310,91, pari ad un decimo di tre annualità di retribuzione. Ciò che però interessa ai fini di questo articolo non è tanto l’ammontare di questo onere suppletivo posto a carico dei cittadini, quanto il perché: con l’inevitabile ampio corollario di domande ed indagini che ci richiedono di dovere esplorare tutti i piani dell’azione amministrativa dell’ente la quale, così come vuole la Costituzione, è vincolata agli obblighi di imparzialità e buon andamento e a tutti quelli che ne discendono come efficienza, efficacia, economicità, trasparenza, sempre nell’inderogabile preminenza dell’interesse pubblico.

Segretario ‘garante’ della legalità degli atti del Comune e, al tempo stesso, responsabile del settore finanziario dell’ente: incarico ‘in conflitto’

esercitato per otto anni: quelli del disastro di conti, bilanci e rendiconti

Dovremo quindi scoprire se e in che modo il segretario generale sia stato, e sia ancora, garante del rispetto di tali obblighi e se abbia verificato la conformità degli atti amministrativi del Comune alle leggi, a partire dai citati adempimenti prescritti dall’art. 97 della Costituzione. Sapremo così se all’occorrenza – un’occorrenza gigantesca nel ‘sistema Abbate’ tuttora vivo e imperante – abbia eccepito, contestato, contrastato taluno di questi atti viziati da difetto di conformità alle leggi, ai regolamenti, allo statuto.

Vedremo quindi se e quante volte abbia detto no ad atti di questo ‘sistema’, ovvero delle tre amministrazioni Abbate, considerato che le violazioni di legge e di precisi obblighi posti a tutela dell’interesse pubblico sono innumerevoli, sistematiche, talmente frequenti da essere ‘regola’ e non ‘eccezione’ tali quindi da avere creato, appunto, un ‘sistema’.

Prima di avviarci su questo percorso di ricerca, l’evidenza e l’enormità di una realtà istituzionale mostruosamente piegata ad interessi privati e di parte ci segnalano un fatto.

Questo segretario generale, ben prima di ‘verificare’ (semmai l’abbia verificata) la conformità degli atti del ‘sistema’ varato dal sindaco che lo ha scelto e a cui è molto caro, si è messo – certo con il generoso e interessato benestare del primo cittadino – in una condizione nella quale avrebbe avuto bisogno – lui innanzitutto – di figure che vigilassero sui suoi atti, prima che egli lo potesse o lo dovesse (se mai lo volesse) fare su quelli degli altri, ovvero del capo dell’amministrazione al quale è legato da un indissolubile ammontare di interessi, nonché degli altri organismi e uffici dell’ente.

Tale condizione è quella che lo ha visto non solo segretario generale, dal 2015 e tuttora (fino al 2028 o comunque per tutto il periodo di carica dell’attuale amministrazione) ma anche per otto anni, fino a giugno 2023, al tempo stesso dirigente responsabile del settore finanziario dell’ente. Si tratta, se mai i due ruoli venissero esercitati in coerenza con i doveri della funzione, di un palese conflitto d’interessi in quanto il dirigente è coinvolto pienamente – ed anzi ne è il massimo responsabile – nella contabilità previsionale e di rendiconto, nella quantificazione dei debiti fuori bilancio, nonché nel piano di riequilibrio e nei reports alla Corte dei Conti: tutto ciò coordinando e svolgendo le funzioni di garante dell’azione amministrativa di “se stesso” in quanto da una parte dirigente che prende decisioni e firma atti e dall’altro – e nel contempo -segretario che deve verificare la conformità alle leggi degli atti medesimi, al pari di tutti i provvedimenti dell’ente.

In effetti non c’è alcun ‘conflitto d’interessi’, ma sintonia e immedesimazione

tra il ‘garante’ della legalità del Comune e gli atti del ‘sistema-Abbate’

La firma del dirigente Bella è sugli impegni di spesa che hanno prodotto una gigantesca voragine debitoria, in un contesto di sistematica violazione di obblighi, vincoli, norme di legge. La firma del segretario Bella è – anche – sugli atti di verifica e di controllo di tali provvedimenti di spesa normalmente connotati dalla generosità di Abbate (soddisfatta con i soldi dei contribuenti) per i suoi amici e sostenitori elettorali e dalla contestuale chiusura dei cordoni della borsa per ogni istanza – anche la più giusta e sacrosanta – che nasca al di fuori di tale cerchia.

Ciò è vero e documentato nel merito dei fatti e degli atti. Ma se anche ci trovassimo nella situazione opposta di un comune virtuoso che rispetti le norme, persegua solo l’interesse pubblico, non produca debiti e tenga i conti in ordine, il segretario generale sarebbe in ogni caso la figura tenuta a coordinare i dirigenti, a prevenire – e se del caso ad eccepire e rimuovere – violazioni omissioni e abusi, a fornire agli organi dell’ente la necessaria consulenza giuridico-amministrativa, a svolgere la suprema funzione di garante dell’azione amministrativa. Come potrebbe mai in questo doppio ruolo?

Ovvio che non potrebbe. E infatti ogni filo di questo intreccio e l’intero contesto nella sua lampante evidenza ci dicono che tra l’azione concreta dell’amministrazione e quella del suo garante di legalità non c’è alcun conflitto: anzi c’è una piena corrispondenza d’interessi, una totale immedesimazione, palpabile in una costante e coerente sequenza di atti regolarmente funzionali a questo assetto.

Il conflitto è invece tra le norme che disciplinano le condotte e queste ultime; tra le leggi che pongono limiti e divieti e gli atti che li eludono e li aggirano; tra il ‘dover essere’ di pubblici amministratori e funzionari (sancito giuridicamente fin dalla Costituzione: articoli 54 e 97) e il più semplice, disinvolto, accomodante, effettivo loro ‘essere’ il quale, in tale stato di cose, ribalta nei fatti la realtà giuridica di norme e princìpi che espugna e piega, con la forza abusiva del fare e dello strafare in atti amministrativi impropri o illeciti, ad interessi particolari organizzati in gruppi d’intervento che muovono l’assalto al bene pubblico e ai soldi – dei contribuenti – che ad esso dovrebbero essere destinati.

Rimane incomprensibile, fuori dalla presa d’atto del ‘sistema-Abbate’ con tutti i suoi perversi intrecci d’affare, come, pur in assenza di specifici divieti di legge, un sindaco abbia potuto affidare al segretario generale anche le mansioni di responsabile finanziario dell’ente e, soprattutto, come egli – pubblico dipendente tenuto ad adempiere  ‘con disciplina e onore’ alle funzioni assegnate – abbia accettato di svolgerle e abbia potuto svolgerle, nel modo che ben conosciamo, scolpito nei numeri di un indebitamento-monstre che ha depredato il Comune,  compromettendone fortemente e a lungo anche la vita futura.

Perciò in questo caso conviene fare qualche passo indietro e vedere come sia nato questo rapporto personale – ovvero rapporto tra persone votate all’appagamento dei loro interessi – il quale ancora oggi cinge il Comune, stringe la città e costringe la parte di essa dotata di coscienza del bene comune ad osservare attonita, frustrata e impotente uno scempio continuo e sistematico di tale bene.

Nel tempo precedente, dal 2008 al 2013, sindaco è stato Antonello Buscema, criticabile come chiunque ma al di sopra – e rimasto sempre, nei fatti, al di sopra – di ogni sospetto o dubbio inerenti l’onestà personale e la propensione alla cura degli interessi generali della città. L’ultimo segretario generale, sotto la sua amministrazione, è Antonino Di Blasi, insediatosi l’1 ottobre 2012 e nominato da Buscema in seguito alla vacatio determinata dalla partenza di Ignazio Baglieri con destinazione Provincia di Ragusa e, successivamente, quella di Catania.

Di Blasi, in precedenza ad Ispica, è il segretario generale del Comune di Modica che Abbate, eletto il 12 giugno 2013, si ritrova quando si insedia. Come prevede la legge, il neo sindaco entro 120 giorni ha facoltà di designare un nuovo segretario generale. Opzione che Abbate esercita nominando Carolina Ferro, proveniente dal Comune di Piazza Armerina, la quale si insedia il 5 novembre 2013 e potrebbe rimanere in carica fino alla conclusione della sindacaura. Ma meno di due anni dopo, il primo ottobre 2015, se ne va a Caltagirone, certo non per più attraenti opportunità di carriera ma semplicemente perché non può accettare, nè con i propri atti avallare dopo averlo conosciuto a fondo, il modus operandi di Abbate e il suo ‘sistema’ che, stante la forza della sua pressione pervasiva, risulta molto faticoso contrastare.

Dopo un primo inciampo, Abbate trova il segretario che fa per lui:

da questo ‘garante’ della conformità degli atti amministrativi alla legge

mai direttive, obiezioni, dissensi, distinguo, stop, paletti, puntini su una ‘i’

E’ la fase, molto delicata, in cui il Comune è alla prova del piano di riequilibrio lasciato in dote dall’amministrazione-Buscema e che, se rispettato, lo porterebbe ben presto fuori dalle secche dopo avere, proprio grazie alla procedura di riequilibrio, scongiurato il dissesto. Ma appena insediato, Abbate decide di cambiare il piano e a gennaio 2014 il Comune di Modica imbocca un percorso scellerato e spericolato.

E’ per questo che, a giugno 2014, Ferro accetta eccezionalmente l’incarico di responsabile del servizio economico-finanziario e nel contempo razionalizza posizioni, funzioni e indici di rendimento con un duplice obiettivo: efficienza e risanamento. Impossibile con Abbate che di obiettivi riconosce solo i propri: i vantaggi personali, la crescita elettorale nutrita da un sistematico rapporto di scambio (soldi e risorse del Comune ai gruppi che dimostrino di essergli grati) e, dentro questa strategia, la totale cancellazione degli obiettivi di risanamento sostituiti con altri: preservarsi una capacità di spesa, anche in totale illegalità, da destinare non a ciò che serva alla città e all’ente ma al proprio sistema di scambio.

Ferro, dopo averci provato, invano, ad adempiere con ‘disciplina ed onore’ alle sue funzioni e a fare rispettare i doveri elementari di una pubblica amministrazione, deve prendere atto che a Modica, con Abbate, non è possibile e, appena ha l’occasione, si mette in salvo. Dal primo ottobre 2015 è a Caltagirone. Il 22 ottobre il sindaco di Modica può nominare il successore e questa volta non sbaglia: Giampiero Bella troverà il modo per andare con lui d’amore e d’accordo.

Per comprendere quale sia la situazione quando Ferro si vede costretta a lasciare, basta scorrere le cronache di quel periodo le quali riferiscono delle condizioni critiche della dirigenza del settore economico-finanziario che nessuno, dopo il ‘getto della spugna’ da parte di Ferro, vuole assumere. Scrive per esempio La Sicilia, ad ottobre 2015: <<Con la nomina del nuovo segretario generale, l’amministrazione dovrebbe fare ordine anche nella questione della dirigenza del settore finanziario: fino al 30 di ottobre l’incarico dovrebbe essere svolto ad interim dal responsabile del settore entrate, Giovanni Blanco, ma in questi giorni il sindaco dovrà valutare se assegnarlo piuttosto proprio al nuovo segretario generale, dal momento che fino a settembre se ne era occupata Ferro. La questione è aperta ormai da parecchi mesi, con tutte le gravi complicazioni del caso, in un comune che fino a poche settimane fa aveva in bilico l’approvazione del piano di riequilibrio finanziario e che a fine ottobre non ha ancora approvato né il conto consuntivo 2014 né il bilancio preventivo 2015: sembra quasi – si legge nell’articolo – che il dirigente finanziario al Comune di Modica non lo voglia fare più nessuno, da quando è andato in pensione Salvatore Roccasalva. In prima battuta, il primo cittadino aveva nominato per questa posizione organizzativa proprio Blanco, che però si era dimesso già lo scorso dicembre. A quel punto il sindaco aveva nominato un altro responsabile, Pierluigi Cannizzaro, ma anche lui aveva rinunciato in breve tempo. Non potendosi permettere una situazione così altalenante, Abbate si era deciso a nominare il segretario generale>>.

L’articolo ci riferisce indirettamente delle resistenze della segretaria generale Ferro ad accettare un incarico inficiato da forti controindicazioni. Una volta assunto in via eccezionale per un breve periodo e dopo averlo esercitato con la fatica di fare rispettare le norme in condizioni ostili, Ferro viene messa nella necessità di doverlo mollare.

In una situazione così difficile, Abbate con la scelta di Bella risolve ogni suo problema e guadagna mani libere, totalmente, nella linea da portare avanti. E infatti, oltre otto anni dopo, Abbate è ancora lì a dettare legge (con l’Abbate ter) sostenuto dal suo fido scudiero che esamina ogni atto – del sindaco, della giunta e dei dirigenti – e ogni volta ne riscontra la piena conformità a leggi, regolamenti e statuto.

Ci sono segretari di comuni i quali, per quanto nominati dal sindaco, emanano centinaia di direttive e circolari per porre paletti, contestare violazioni, mettere i puntini sulle ‘i’, indicare i modi corretti dell’esercizio dell’azione amministrativa: e ciò accade anche in enti sani e dotati di vertici politici di ben altra cultura etico-politica rispetto al cosiddetto sistema-Abbate. Ma da Bella mai un’obiezione, mai un distinguo, mai un no, mai uno stop anche ad uno solo degli imbarazzanti atti con cui Abbate ha ridotto l’ente a suo privato terreno di caccia.

Giampiero Bella, il segretario comunale (prescelto da Ignazio Abbate)

collezionista di incarichi, compreso – quando è imputato in due processi –

quello di responsabile della trasparenza e della prevenzione della corruzione

Giampiero Bella oggi ha 61 anni. Residente a Pozzallo, maturità scientifica al ‘Galilei’ di Modica, laurea in giurisprudenza a Catania, comincia da vice conciliatore nel suo comune e dal ’93 parte per avviare in Nord Italia la carriera di segretario. Una lunga serie di incarichi e convenzioni intercomunali in piccolissimi centri del Comasco e di altre province lombarde; quindi nel 2000 ritorno in Sicilia, segretario a Chiaramonte Gulfi, in provincia di Ragusa; nel 2007 reggente anche a Pozzallo (per un periodo in convenzione anche con Chiaramonte) dove l’anno dopo diviene titolare; dal 2012 reggente anche ad Ispica dove nel contempo è Oiv (Organo di valutazione interna) monocratico; l’anno seguente, nei primi mesi di sindacatura-Abbate è reggente a Modica fino ad ottobre 2013 quando deve lasciare per mancanza di titolo idoneo alla fascia più alta in cui è collocata la città della Contea. Perciò Abbate ‘ripiega’ su Carolina Ferro ma quando questa va via, Bella è pronto, il 22 ottobre 2015, a diventare titolare: carica che ricopre ancora oggi.

Fino a maggio 2023 Bella è anche, contemporaneamente, segretario del Comune di Pozzallo, incarico che lascia sette giorni prima della scadenza del termine <<per gli impegni, anche di natura elettorale, che lo attendono al Comune di Modica da dove proveniva>>: così il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna spiega alla stampa il 24 maggio 2023, a pochi giorni dal voto nella città della Contea, l’abbandono del burocrate in quel momento a capo anche dei sette settori dell’amministrazione e della struttura di staff.

Per la cronaca Bella è segretario del comune marinaro dal 24-8-2008 e lo rimane anche dopo l’assunzione dell’incarico a Modica ad ottobre 2015, sia pure in periodi circoscritti e intermittenti fino all’ultimo conclusosi a maggio 2023. Inoltre da maggio 2021 e fino all’estate 2023 è segretario comunale anche ad Ispica, un ritorno dopo l’esperienza di otto anni prima.

Altro incarico espletato contemporaneamente è quello, dal 2018, di segretario del Comune di Acate: incarico che il sindaco Abbate, nonostante la mole degli affari e i dossier del Comune di Modica, non gli preclude, in linea con il loro mutuo rapporto consistente nel reciproco impegno a dirsi sempre di sì.

E così Bella quando il 22 ottobre 2015 si insedia a Modica si trova ad essere, contemporaneamente: segretario generale titolare del Comune di Modica; segretario generale titolare del Comune di Pozzallo; segretario generale reggente, da maggio 2015, del Comune di Chiaramonte Gulfi; segretario dal 9-9-2015 dell’Unione dei Comuni ‘Ibleide’; dirigente di vari servizi, aree e settori del Comune di Pozzallo; Rpct ovvero responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza del Comune di Modica; capo del servizio economico-finanziario del Comune di Modica. Incarichi che conserva a lungo tranne quello di responsabile anticorruzione a palazzo San Domenico che nel 2018 è costretto a lasciare quando si scopre che egli è imputato in due procedimenti penali: nel primo per abuso d’ufficio; nel secondo per falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, truffa aggravata, frode nelle pubbliche forniture. Sulla vicenda di quest’ultimo processo ci soffermeremo più avanti anche per riferire gli sviluppi recenti con i quali esso si è appena concluso.

Fitto scambio tra burocrati in ascesa e in carriera, violazione sistematica degli obblighi di trasparenza e anti-corruzione, assunzione illegittima di tre dirigenti

Tornando al 2018, subito dopo essere rimosso da responsabile anticorruzione per effetto dello scandalo nazionale suscitato da un reportage di Milena Gabanelli sul Corriere della Sera, Bella, come abbiamo visto, aggiunge un altro incarico alla sua collezione: diventa segretario generale anche del Comune di Acate, ovviamente con il beneplacito di Abbate ad una convenzione tra i due comuni i quali condividono le prestazioni del burocrate. Qualcuno lo legge come una sorta di ‘risarcimento’ per l’infausta perdita dell’incarico di garante della trasparenza e della lotta alla corruzione nel Comune di Modica. Anche perchè il ruolo di segretario del piccolo comune, un giorno la settimana su cinque, frutta a Bella una collezione ulteriore di incarichi che estende il suo rapporto con l’ente anche oltre la vigenza della convenzione, fino a questi giorni.

Con i limiti dovuti alla sistematica violazione degli obblighi di trasparenza previsti dalla legge, dalla pubblicazione di qualche atto deduciamo che egli è capo della polizia muncipale del Comune di Acate fino ad aprile 2021, mentre attualmente risulta responsabile di ragioneria dell’ente, titolare ad interim di un incarico di ‘elevata qualficazione’ (in sigla Eq, al posto della precedente Po, posizione organizzativa) quale responsabile dei servizi finanziari e del personale. Incarico che il Comune di Acate gli attribuisce per sopperire alle dimissioni di Maria Di Martino assunta proprio dal Comune di Modica il 5 giugno 2023: dimissioni date il 27 novembre ed efficaci dall’11 dicembre 2023. Il giorno dopo il sindaco di Acate conferisce a Bella gli incarichi citati, che sorprendono in quanto presuppongono un ruolo di segretario di lunga durata, mentre, dopo la scadenza della convenzione del 2018 ed eventuali successive reggenze, la sede di segreteria comunale risulta vacante.

In proposito su alcuni punti specifici (come quello relativo alle reggenze, che perciò definiamo ‘eventuali’) dobbiamo limitarci alla deduzione logica, a causa della carenza di trasparenza del sito istituzionale e perchè il curriculm vitae di Bella visibile nel portale del Comune di Modica è datato al 2015, in violazione delle norme di legge le quali prevedono l’obbligo di pubblicazione aggiornata tempestivamente, unitamente alle dichiarazioni di insussistenza di cause di incompatibilità e di inconferibilità, nomine, incarichi, emolumenti, missioni, scadenze: altro obbligo disatteso da Bella, come da altri dirigenti, con la conseguenza dell’inefficacia della loro funzione e della nullità degli atti da loro prodotti, come la legge dispone chiaramente e come attestano l’Anac nonchè innumerevoli sentenze dell’autorità giudiziaria. In proposito abbiamo anche interpellato Bella, ma senza risposte.

Come abbiamo visto, dal 5 giugno scorso dopo otto anni di ininterrotta responsabilità, Bella non è più a capo del settore finanziario e tributi del Comune di Modica, posto ceduto a Maria Di Martino, dirigente selezionata insieme ad altri due, Rosario Caccamo per il settore affari generali, in servizio dal 5 giugno 2023, e Francesco Paolino per quello tecnico dall’1 giugno 2023, con procedura indetta dalla commissaria Domenica Ficano la cui amministrazione straordinaria, forte dei poteri del sindaco e della giunta, si rivela intermezzo di totale continuità, con i buoni uffici di Cuffaro, tra Abbate-bis e Abbate-ter. E’ la stessa Ficano a portare a termine l’operazione con l’immissione in servizio dei tre dirigenti, poco prima di passare le consegne alla sindaca Maria Monisteri la quale s’insedia proprio il 5 giugno 2023, stessa data dell’inizio del rapporto di lavoro dei due nuovi arrivati Di Martino e Caccamo, mentre Paolino, già in organico, li precede di pochi giorni. Paolino peraltro, neo dirigente, ha già compiuto 67 anni e dovrebbe andare in pensione ma chiede ed ottiene una deroga, sempre in nome di un principio di mutua disponibilità e, ovviamente, di reciproco interesse.

Come vedremo più avanti, l’assunzione dei tre dirigenti è illegittima e i loro atti nulli.

Bella e Di Martino si nominano e subentrano a vicenda sulla via Modica-Acate,

il ruolo di Piervincenzo Tripoli commercialista di Bagheria addetto

al dossier della gara da nove milioni di euro per la riscossione dei tributi

Poco fa abbiamo visto come Maria Di Martino vinca la selezione per dirigenti a Modica e solo sei mesi dopo si dimetta ad Acate. Qui ne prende il posto, quale responsabile del settore servizi finanziari e personale, il segretario generale del Comune di Modica Bella il quale è anche colui che, come capo della commissione giudicatrice della selezione, l’ha dichiarata vincitrice a Modica facendola subentrare a se stesso quale dirigente del settore finanziario e tributi. La selezione è quella indetta dalla commissaria Ficano la quale, in precedenza, prima di assumerla come dirigente all’esito della procedura, l’ha nominata propria consulente di fiducia. Di tale commissione giudicatrice, presieduta da Bella, fa parte anche Piervincenzo Tripoli (ricordate?), il commercialista di Bagheria figura chiave nella gestione del dossier tributi del Comune di Modica aperto dalla concittadina Ficano e produttivo della ‘gara fuori legge’ già citata e sulla quale torneremo.

Le lettrici e i lettori di ‘In Sicilia Report‘ ricorderanno i due diversi incarichi concessi da Ficano ad una coppia di coniugi di Bagheria, Adriana Sciortino e, appunto, Vincenzo Tripoli (i dettagli nello stesso articolo sulla ‘gara fuori legge’: qui). Il primo, conferito dalla commissaria con i poteri del sindaco l’8 settembre 2022 alla commercialista Sciortino, ha per oggetto una consulenza di quattro mesi da settembre a dicembre, con un compenso di due mila euro al mese e l’obbligo di presenza un giorno la settimana. L’11 ottobre 2022 una determinazione dirigenziale accoglie e fa propria una proposta presentata da ‘Tripoli&Partners Consulting’, ditta individuale di cui è titolare Tripoli, avente per oggetto <<l’affidamento dell’attività di supporto specialistico al Comune di Modica in materia di entrate tributarie, extratributarie e patrimoniali, comprese le attività per l’affidamento in concessione della riscossione con gara ad evidenza pubblica>>. Il servizio dura dodici mesi, costa al Comune € 30.500, produce la gara per la riscossione dei tributi, in via di espletamento come vedremo, e soprattutto, sotto la gestione di Ficano anche lei di Bagheria, consolida il rapporto fra Tripoli e il Comune di Modica, tant’è che l’ente lo mette nella commissione giudicatrice di tutte e tre le selezioni dei dirigenti e lo nomina consulente nella gestione della gara stessa.

In proposito annotiamo che il 19 luglio 2023, Di Martino – in servizio a palazzo San Domenico dal 5 giugno, stesso giorno dell’insediamento della sindaca Monisteri – nomina la commissione giudicatrice per l’assegnazione di questo servizio, da oltre nove milioni di euro (€ 9.357.680,00) di riscossione dei tributi. A presiederla lei stessa che – manco a dirlo – chiama a farne parte Bella e Paolino e, come accennato, nomina Tripoli consulente dell’organismo che dovrà aggiudicare l’appalto.

Tornando al filo centrale degli eventi, nella sostanza conta poco la scansione temporale dell’avvicendamento Ficano-Monisteri in quanto di fatto le due sono la stessa cosa, in nome della continuità garantita da un unico dante causa, Ignazio Abbate il quale prima, il 7 giugno 2022, fa nominare (dall’assessore regionale alle autonomie locali Marco Zambuto che ha per capo di gabinetto Silvio Cuffaro, fratello del più noto Totò) la commissaria Domenica Ficano proprio immediato successore per un anno; poi, il 28 e 29 maggio 2023, fa eleggere Monisteri cui affida lo stesso mandato nei successivi cinque. L’una e l’altra con la consegna imperativa di proseguire la sua opera, una sola: servire i suoi interessi e preservare così il  ‘sistema’.

L’assuzione dei tre dirigenti – Di Martino, Caccamo, Paolino – è illegittima perché compiuta in violazione di norme inderogabili: essa è radicalmente nulla, come mai avvenuta. E ciò perché il Comune, allora (a giugno 2023) come ora, non è dotato degli strumenti finanziari che sono condicio sine qua non della possibilità di assumere personale: in questo caso ben due conti consuntivi, quello del 2021 e del 2022, oltre al bilancio di previsione 2023. Per la cronaca il Comune di Ragusa ha già approvato il bilancio di previsione 2024-2026 e il relativo documento di programmazione: è la norma, ma a Modica si attende ancora quello dell’anno prima, mentre l’ultimo conto consuntivo approvato è quello di tre anni fa.

Nel complessivo accumulo di ritardi (due conti consuntivi e un bilancio di previsione) il caso più eclatante per il Comune di Modica è quello del rendiconto 2021: un documento non solo finora non approvato ma che mai prevedibilmente sarà approvato nella versione proposta in quanto falso e quindi divenuto una sorta di miccia accesa che nessuno vuole maneggiare. Tra poco, dando conto del parere negativo del collegio dei revisori, vedremo perché; ma intanto qui è necessario pronunciare parole chiare sull’insanabilità dell’assunzione di quei tre dirigenti, quindi sulla nullità di tutti gli atti in sette mesi da loro prodotti e sulla responsabilità economica relativa. La commissaria Ficano, e dopo, all’unisono con lei la sindaca Monisteri, fanno leva sull’autorizzazione della Cosfel, la Commissione stabilità finanziaria enti locali presieduta dal sottosegretario dell’Interno con delega alla finanza locale Wanda Ferro (FdI) e composta da dirigenti e burocrati vari.

Ma il problema è di legge e, in caso di violazioni, valgono molto di più i pronunciamenti della magistratura, quella contabile nella situazione in questione. Numerose le sentenze e basta prenderne una, tra le tante. Fa al caso nostro quella della Corte dei Conti (sent. 105/22) che, in appello, conferma una decisione netta e tranciante bocciando l’assunzione di personale compiuta da un ente che non aveva approvato il bilancio consolidato: ancora più grave la mancata approvazione nei termini e tuttora da parte del Comune di Modica di due conti consuntivi, e nel frattempo anche – scaduta il 15 settembre scorso l’ultima proroga – del bilancio di previsione nell’esercizio corrente.

Illegittima l’assunzione dei dirigenti per mancata approvazione del conto consuntivo, nulli e insanabili i loro atti anche per inefficacia della funzione,

dovuta all’inadempimento degli obblighi di trasparenza e di prevenzione della corruzione: anche da parte del responsabile anti-corruzione dell’ente

In relazione alla mancata approvazione del conto consuntivo 2021 e alla sentenza della Corte dei conti richiamata, la norma violata è la stessa (l’art. 9, comma 1-quinquies del d.l. n. 113 del 24 giugno 2016, convertito con modificazioni dalla L. 7 agosto 2016, n. 160), uguali i presupposti, uguali quindi gli effetti.

Per la Corte dei Conti <<la norma prevede l’impossibilità per gli enti territoriali di procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo, con qualsivoglia tipologia contrattuale, ivi compresi i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa e di somministrazione, anche con riferimento ai processi di stabilizzazione in atto, in caso di mancato rispetto dei termini previsti per l’approvazione di una serie di atti contabili… Il divieto è assoluto e inderogabile, tale da investire anche la stipula di contratti di servizio con soggetti privati, che si configurino elusivi del precetto sopra indicato. Non hanno pregio – spiega la Corte – i rilievi mossi dall’appellante in relazione al momento perfezionativo dei contratti (asseritamente risalenti a data anteriore al “blocco” previsto dalla norma): proprio perché trattasi di divieto assoluto, le condotte poste in essere in violazione dello stesso, rendono nulli gli atti che ne conseguono. Sia al momento in cui sono stati realizzati gli atti prodromici sia al momento in cui le obbligazioni sono state eseguite, la norma ha continuato a spiegare la propria efficacia preclusiva, fino a … quando, finalmente, il conto consolidato è stato approvato, con ciò soltanto rimuovendosi la condizione ostativa. La data ultima per l’approvazione del bilancio … rappresenta, infatti, il termine finale per l’adempimento contabile, ma non consuma il potere dell’amministrazione locale di procedere, comunque, a un’approvazione “tardiva” dell’atto, con l’unico effetto di continuare a bloccare, per tutto il tempo successivo, ogni ulteriore atto di spesa, in palese funzione di “stimolo” e di “accelerazione”>>. Fino alla data di approvazione del documento contabile mancante, osserva la Corte <<le attività indicate dal legislatore, comportanti oneri economici da parte di organi o uffici di pertinenza del Comune danneggiato, dovevano considerarsi inibite. Non possono trovare ingresso neppure le doglianze relative alla presunta “necessarietà”, che avrebbe contraddistinto l’avvio delle mense scolastiche …>>.

La sentenza è chiara. Solo dopo l’approvazione dei documenti contabili necessari (a Modica non ancora avvenuta) sarà possibile l’assunzione di personale a qualunque titolo e senza eccezioni di sorta, neanche per la più urgente e vitale delle necessità. Quindi assunzioni nulle e nulli tutti gli atti compiuti dal personale illegittimamente immesso in servizio.

C’è da aggiungere poi che il Comune di Modica, nella fase storica del sistema-Abbate, offre una così vasta e variegata gamma di anomalie, forzature, violazioni che, in questo caso, la nullità è la risultante immutabile di un concorso di cause ognuna delle quali sufficiente a determinare l’effetto.

Per esempio nel caso dei dirigenti – solo uno dei tanti possibili, perché la casistica si presenta molto ricca – è inefficace, perché sospesa, la funzione di coloro che non adempiano alle dichiarazioni e pubblicazioni previste dalla normativa di prevenzione e repressione della corruzione, nonchè di garanzia della trasparenza: decreto legislativo n. 39 del 2013.

Fino ad oggi risultano totalmente inadempienti, oltre al segretario generale Bella, tutti e tre i neo dirigenti in servizio da sette mesi, con illegittimità insanabile della loro carica anche agli effetti economici, e conseguente nullità, altrettanto insanabile, degli atti prodotti. Se si considera che uno dei tre, Caccamo, dal 13 luglio 2023, su determinazione della sindaca Monisteri, è anche responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, si ottiene una ‘diagnosi’ della condizione di salute in cui si trova il Comune di Modica la cui lettura non ha bisogno di ‘medici’ esperti o specialisti.

Sul perché di tali inadempienze bisognerebbe avere risposte da chi è solito non darne. Semplice negligenza o sciatteria? Se così fosse sarebbe un fatto gravissimo, tale da decretare l’assoluta inidoneità di chi, vertice politico e vertice amministrativo, consente una violazione così grave e se ne rende corresponsabile. Se invece l’inadempienza ha una sua spiegazione specifica (non c’è la dichiarazione perché non può esservi) essa è doppiamente grave perché ai motivi del primo caso ne aggiunge altri che complicano la situazione.

Al Comune di Modica le violazioni sono frequenti e ‘regolari’,

l’illegalità sistematica investe vari fronti, come quello della

mancata copertura finanziaria degli atti, pertanto nulli

Queste considerazioni vanno poi riferite ad un contesto di sistematica violazione degli obblighi di trasparenza, talmente diffusa da sembrare la ‘regola’ per il Comune di Modica il quale evidentemente si può permettere (e certo che può se la città è elettoralmente così plaudente a tale ‘sistema’!) di trattare i cittadini da sudditi, rubando loro con meri atti d’arbitrio e d’abuso i loro diritti costituzionali così come precisati non solo da leggi vigenti dello Stato, ma altresì da dottrina, giurisprudenza e fonti normative comunitarie anche in termini di accesso civico e istituti connessi.

Rimane poi stupefacente la ‘normalità’ con cui funzionari e dirigenti del Comune di Modica, quelli dotati dal ‘sistema-Abbate’ di poteri operativi, ignorino norme che avrebbero l’obbligo di rispettare e commettano violazioni le quali vanificano le norme vigenti e ‘legittimano’ quelle di segno contrario che di volta in volta il ‘sistema’, con tutto il suo fantasioso e creativo repertorio di stress test, escogita e sperimenta.

La casistica è infinita. In tutti gli articoli sopra richiamati i fatti purtroppo non lasciano spazio ad interpretazioni e sono inquietanti. A mo’ di esempio, più recente, possiamo qui aggiungere le determinazioni di spesa, assunte lo stesso giorno, il 20 settembre 2023, con due provvedimenti dirigenziali consecutivi per eventi musicali: Summer fest per € 3.000,00 e altri spettacoli per € 6.600,00 proposti da una srl semplificata e unipersonale avente sede a Pozzallo.

In proposito da rilevare che il 20 settembre è successivo al 15 settembre, data ultima – dopo varie proroghe – per l’approvazione del bilancio di previsione. Pertanto dal 16 settembre <<i comuni che non hanno approvato il bilancio possono impegnare somme solo per evitare danni certi e gravi all’ente>>. Viene da chiedersi: anche chi apprezzi al massimo, fino a rimanerne incantato, questi spettacoli musicali, può, con serietà, sostenere che la loro mancata esecuzione (nessun impegno contrattuale precedente risulta sottoscritto) comporti <<danni certi e gravi all’ente>>?

C’è poi tutta la problematica della mancata indicazione della copertura finanziaria negli atti di spesa. Eppure le norme sono chiare: <<è nullo il contratto stipulato dalla pubblica amministrazione in mancanza di copertura finanziaria ovvero che rinvia a bilanci futuri per l’assunzione delle successive coperture finanziarie (cfr. Cass., sez. I, 13 settembre 2017, n. 21208)>>. E proprio questa nullità, come conseguenza della correlata violazione, ricorre in numerosi atti del Comune. Un esempio, solo uno dei tanti, lo troviamo nei provvedimenti relativi a quella cosiddetta ‘gara fuorilegge’ il cui valore allora era indicato in otto milioni. da noi segnalata in un precedente articolo (qui), poi rivista e riproposta con qualche aggiustamento ma sempre fortemente viziata da violazioni e anomalie.

Si tratta della gara, dell’importo di € 9.357.680,00, con la quale il Comune di Modica si ostina a non rispettare le norme e i principi contabili sul fondo pluriennale vincolato, come eccepito – lo vedremo tra poco – anche dal collegio dei revisori. E si ostina a non farlo anche nell’affidamento di forniture di servizi costituenti adempimento di atti esecutivi come la pubblicazione degli avvisi di gara sulla gazzetta ufficiale europea e su vari quotidiani nazionali e regionali (determinazione dirigenziale del 12 aprile 2023 quando c’è ancora Bella a capo del settore finanziario) e l’ulteriore pubblicazione degli avvisi di proroga del termine con determinazione dirigenziale del 19 giugno 2023 a firma della neo assunta Maria Di Martino a capo del settore finanziario e tributi.

Nella prima di queste due determinazioni si afferma genericamente che <<la liquidazione ed il pagamento avverranno solo dietro presentazione di regolare fattura>>: ma l’impegno finanziario dov’è? Nella seconda, necessaria per l’avviso della proroga dei termini, si legge che <<alla liquidazione e al pagamento nei confronti delle società affidatarie si provvederà, con successivi atti separati, dietro presentazione di regolari fatture e previa verifica della regolarità del servizio stesso e nel rispetto delle norme in materia di regolarità contributiva e di tracciabilità dei flussi finanziari>>. Manca anche in questo caso la copertura e ciò rende nullo l’atto.

Senza copertura anche la gara da 9 milioni e 357 mila euro per l’accertamento

e la riscossione dei tributi: ecco tutte le norme e le prescrizioni violate

Quanto alla gara da oltre nove milioni per l’affidamento del servizio di riscossione dei tributi, la determinazione che la indice viola le norme contabili e del testo unico enti locali. L’art. 165 comma 8 lett. b impone l’indicazione della <<quota di competenza costituita dal fondo pluriennale vincolato, destinata alla copertura degli impegni che sono stati assunti negli esercizi precedenti con imputazione agli esercizi successivi e degli impegni che si prevede di assumere nell’esercizio con imputazione agli esercizi successivi. Con riferimento a tale quota non è possibile impegnare e pagare le somme con imputazione all’esercizio cui lo stanziamento si riferisce. Agli stanziamenti di spesa riguardanti il fondo pluriennale vincolato è attribuito il codice della missione e del programma di spesa cui il fondo si riferisce e il codice del piano dei conti relativo al fondo pluriennale vincolato>>.
Inoltre per il principio della competenza finanziaria <<le previsioni del bilancio di previsione finanziario hanno carattere autorizzatorio per ciascuno degli esercizi cui il bilancio si riferisce, costituendo limite agli impegni e ai pagamenti … gli stanziamenti del bilancio di previsione sono aggiornati annualmente in occasione della sua approvazione. Tutte le obbligazioni giuridicamente perfezionate attive e passive, che danno luogo a entrate e spese per l’ente, devono essere registrate nelle scritture contabili quando l’obbligazione è perfezionata, con imputazione all’esercizio in cui l’obbligazione viene a scadenza. E’ in ogni caso, fatta salva la piena copertura finanziaria degli impegni di spesa giuridicamente assunti a prescindere dall’esercizio finanziario in cui gli stessi sono imputati>>: obblighi totalmente disattesi che privano la gara di copertura e pregiudicano l’andamento e l’esito del procedimento.
Eppure le norme sono chiare: <<L’esigibilità di ciascuna obbligazione è individuata nel rispetto del principio applicato della contabilità finanziaria … La previsione delle entrate rappresenta quanto l’amministrazione ritiene di poter ragionevolmente accertare in ciascun esercizio contemplato nel bilancio, anche nel rispetto dei principi contabili generali dell’attendibilità e della congruità, e rappresenta contabilmente il programma che l’organo di vertice assegna all’organo esecutivo per il reperimento delle risorse finanziarie necessarie al finanziamento delle spese di funzionamento e di investimento… La seconda colonna del prospetto indica la quota del fondo iscritta in entrata costituita dalle “Spese impegnate negli esercizi precedenti con copertura costituita dal fondo pluriennale vincolato e imputate all’esercizio… Al fine di garantire una corretta gestione del fondo pluriennale vincolato è fondamentale che il sistema informativo contabile dell’ente sia in grado di individuare, per ciascun programma, gli impegni finanziati dal fondo pluriennale vincolato, distinguendoli per esercizio di imputazione. Tra le tecniche che è possibile adottare, la più semplice è una sorta di estensione delle procedure previste per la “prenotazione della spesa”, che prevede, all’avvio delle procedure di spesa riguardanti un particolare programma, la prenotazione sia dello stanziamento del fondo pluriennale in corso di esercizio sia degli stanziamenti di spesa degli esercizi successivi. A seguito della formalizzazione dell’obbligazione, gli stanziamenti di spesa sono impegnati e la prenotazione del fondo pluriennale è confermata con l’iscrizione degli estremi dell’impegno (importo, numero e data dell’impegno, esercizio di imputazione). In tal modo risulta possibile: ai fini della predisposizione del consuntivo, distinguere la quota del fondo che è stata effettivamente utilizzata, dalle quote non utilizzate che costituiscono economia di spesa e confluiscono nel risultato di amministrazione; ai fini della predisposizione del bilancio di previsione, distinguere la parte del fondo proveniente dall’esercizio precedente destinata a dare copertura agli impegni assunti negli esercizi precedenti ed imputati all’esercizio cui si riferisce il bilancio, dalla parte del fondo destinata a dare copertura agli impegni assunti negli esercizi precedenti con imputazione agli esercizi successivi. Tale seconda quota del fondo deve essere ristanziata nella spesa del bilancio di previsione dell’esercizio successivo. Ad essa deve essere aggiunta un’ulteriore quota derivante dalla gestione dell’esercizio…>>.

Prescrizioni precise ma ignorate o eluse. Nel nostro caso la durata del contratto è cinque anni, pertanto per i due anni che vanno oltre la previsione triennale del bilancio si dovrebbe provvedere ai sensi dell’art. 183 comma 6 , lett. b) d.lgs. 267/2000 in quanto si tratta di prestazioni periodiche o continuative. Nei successivi bilanci triennali poi si dovrebbe procedere all’imputazione per ciascun anno delle somme impegnate nella determinazione di affidamento.
Importante la rilevanza della “prenotazione della spesa” in relazione alle gare formalmente indette e al quadro economico dell’opera, in assenza della quale non è possibile procedere alla costituzione del fondo pluriennale vincolato in mancanza di impegni imputati nelle scritture contabili degli esercizi successivi.
Viceversa <<se nel corso della gestione sono stati assunti impegni pluriennali relativi agli esercizi successivi, è facoltà dell’ente prenotare le corrispondenti quote del fondo pluriennale iscritte nella spesa dell’esercizio in corso di gestione. I fondi pluriennali vincolati prenotati sono iscritti tra le entrate del bilancio di previsione dell’esercizio successivo, alla voce “fondo pluriennale”, distintamente per la parte corrente e in conto capitale. In sede di elaborazione del rendiconto, i fondi pluriennali vincolati non prenotati costituiscono economia del bilancio e concorrono alla determinazione del risultato contabile di amministrazione>>.

Queste le norme. La determinazione citata si limita invece ad annunciare genericamente l’intento di <<procedere con separati provvedimenti all’impegno delle somme occorrenti per l’espletamento della gara e la gestione del servizio>> in totale disattendimento di tutte le prescrizioni. E la spiegazione c’è: <<un comune in riequilibrio con una massa debitoria enorme può sostenere nel 2023 un impegno di spesa di € 9.357.680,00?>>. Ovvio che no, ma tale impossibilità non giustifica affatto la pervicace insistenza nella violazione delle norme e costituisce un’aggravante nel contesto di illegalità diffusa in cui è immerso l’ente.

Il conto consuntivo, falso, miccia accesa tra i banchi del consiglio comunale.

Neanche i fedelissimi di Abbate disposti ad approvarlo. J’accuse dei revisori piovuti per sorteggio come manna dal cielo per la città. Maneggioni al comando li convocano per chiedere di chiudere un occhio: respinti con perdite.

Prima di tornare al filo dei fatti da cui siamo partiti conviene dare qui qualche cenno conclusivo su questa totale situazione di illegalità in cui, fin dalla prima sindacatura Abbate e tuttora, il Comune di Modica sceglie di stare rispetto alla gestione economico-finanziaria.

Più volte abbiamo trattato questo tema, segnalando alcuni elementi emblematici di tale ‘sistema’. Ora conviene dare un’occhiata al parere negativo del collegio dei revisori sul conto consuntivo 2021 che avrebbe dovuto essere approvato entro il 30 aprile 2022 e invece venti mesi dopo non lo è ancora e forse non lo sarà mai, almeno nella versione attuale bocciata dal collegio. A non volerne sapere di votarlo sono in tanti nella maggioranza di fedelissimi ad Abbate perché per molti di loro – quanti bastano in questo caso per ridurre a minoranza questa solitamente compatta accolita di ‘signorsì’ – una cosa è essere ‘fedeli’ anche nella forma più spregevole e abietta dell’asservimento della pubblica funzione ad interessi privati, spesso anche illeciti, un’altra mettere la firma su un conto consuntivo falso e risponderne, individualmente e personalmente, sia per danno erariale che in sede penale.

Il rendiconto 2021 di cui parliamo è quello approvato con delibera della commissaria Domenica Ficano, con i poteri della giunta, il 17 aprile 2023 e trasmesso il giorno dopo al collegio dei revisori che su di esso si esprime il 9 maggio successivo con una relazione di oltre cinquanta pagine. Il collegio, nominato il 4 gennaio 2023, è formato da Francesco Faraci, Annamaria Paparone e Francesco Callea, professionisti dotati dei requisiti previsti dalla legge per far parte dell’apposito elenco nel quale l’individuazione avviene tramite sorteggio. Leggendo il documento si ricava la sensazione che questa volta la sorte abbia voluto bene alla città e abbia tirato un tiro mancino al ‘sistema-Abbate’ e, nello specifico, allo stuolo di maneggioni che trattano i numeri come cosa propria da adattare alla bisogna secondo convenienza.

La relazione è impietosa perché smaschera furbizie, forzature, anomalie, omissioni e falsità inchiodando chi ha redatto il rendiconto alle proprie responsabilità di rettifica e di corretto adempimento: allora la commissaria Ficano, da quasi sette mesi la giunta-Monisteri.

Eppure, anche di fronte a tale relazione che non lascia dubbi, il ‘sistema’ continua ad operare con la tracotanza di sempre, come conferma l’unica iniziativa adottata – maldestra e inquietante – per rimediare: una convocazione a palazzo San Domenico dei tre revisori ai quali viene chiesto di rivedere la loro relazione per renderla compatibile con le esigenze del ‘sistema’ medesimo.

Insomma, a fronte di un consuntivo falso, chi oggi amministra e dirige il Comune ritiene che ad essere rettificati debbano essere non – in omaggio alla verità quale che sia – i numeri e le poste di quel documento contabile non conformi, ma il giudizio negativo su di esso meticolosamente espresso, argomentato e motivato da revisori indipendenti, attenti e competenti.

La risposta dei revisori – traduciamo noi in libertà – è del tipo <<non ci pensiamo nemmeno>> e così l’affare diviene una miccia accesa che il consiglio comunale tiene ben lontano dall’aula: a neutralizzarla ci pensi chi l’ha innescata.

Chi ami i numeri e le analisi contabili può leggere l’intera relazione (qui). Avrà modo così di rendersi conto direttamente della distanza siderale tra, da una parte, il conto consuntivo redatto dalla ‘giunta-commissaria’ e, dall’altra, gli obblighi posti dalla legge a garanzia di bilanci veritieri, precondizione a sua volta di prevenzione e tutela contro la corruzione.

In ventiquattro punti le contestazioni più gravi dei revisori dei conti

In sintesi riportiamo alcune delle criticità segnalate, in questo elenco che segue di 22 punti. Chi non fosse interessato può proseguire andando alla sezione successiva che riprende il filo dei fatti oggetto di questo articolo.

1. Prescrizioni precise, se no c’è il dissesto.

Il collegio fa presente che <<… il 20 dicembre 2022 la Corte dei Conti ha approvato il piano di riequilibrio con specifiche prescrizioni che l’Ente è tenuto ad osservare già con l’approvazione del rendiconto 2021…>> e ricorda che <<… il reiterato e grave mancato rispetto degli obiettivi ivi indicati, accertati dalla Corte, ai sensi del comma 7 dell’art. 243-quater del Tuel, determinerebbe l’applicazione dell’art. 6, c. 2, del d.lgs. n. 149/2011 con la conseguente dichiarazione dello stato di dissesto, con le conseguenti responsabilità previste dall’ordinamento…>>.

2. Ente strutturalmente deficitario.

<<…Dai dati risultanti dalla tabella dei parametri di deficitarietà strutturale allegata al rendiconto emerge che almeno la metà presenta valori deficitari e pertanto l’ente è da considerarsi strutturalmente deficitario e soggetto ai controlli di cui all’art. 243 del Tuel…>>.

3. Violate le prescrizioni sul recupero del disavanzo.

<<…Nel corso dell’esercizio l’Ente non ha provveduto al recupero delle eventuali quote di disavanzo, come nel dettaglio esposto al punto dedicato…>>.

4. Violato il Piano di riequilibrio.

<<…il risultato di amministrazione al 31/12/2021 non è migliorato rispetto al disavanzo al 1/1/2021 per un importo pari o superiore al disavanzo applicato al bilancio 2021…>>.

5. Non coperti i costi dei servizi.

<<l’Ente non ha assicurato per l’anno 2021, la copertura minima dei costi dei servizi a domanda Individuale>>.

6. Servizi sociali, obiettivi disattesi.

<<… l’Ente non ha predisposto e allegato al rendiconto la certificazione e l’annessa relazione relativa al raggiungimento degli obiettivi di servizio per la funzione servizi sociali nel 2021. Nel merito si rammenta che la legge di bilancio 2021 (articolo 1, comma 792, legge 178/2020) ha stanziato, a decorrere dal 2021, un’apposita quota del fondo di solidarietà comunale, in misura crescente nel corso degli anni, da destinare al finanziamento e allo sviluppo dei servizi sociali comunali, svolti in forma singola o associata. In base al Dpcm attuativo del 1° luglio 2021 tutti i comuni sono tenuti a destinare nel 2021 una spesa per la funzione sociale, al netto del servizio asili nido, almeno pari al fabbisogno standard, riportato nella nota tecnica allegata al decreto…>>.  Domanda naturale: al Comune di Modica interessa così poco assicurare alla città servizi sociali utili e necessari, al punto da violare addirittura gli obblighi di legge sul livello di finanziamento minimo di tali servizi?

7.  Manca la cassa vincolata: incerta la reale disponibilità finanziaria.

<<…L’ente non ha attivato la cassa vincolata come previsto dall’art.195 del Tuel. Alla richiesta avanzata in seno alla stesura della presente relazione, il responsabile di area finanziaria, non fornisce i chiarimenti richiesti. Il modus operandi dell’ente evidenzia da parte degli uffici finanziari l’urgente necessità di approfondimenti in merito alle tematiche dell’istituto della “cassa vincolata”, dell’utilizzo e dell’applicazione dell’ex art.195 del Tuel e dei principi contabili richiamati, con l’esigenza di porre in essere tutte le misure necessarie all’adozione della stessa con estrema sollecitudine. La mancata determinazione della cassa vincolata rappresenta una seria criticità in grado di incidere negativamente sulla corretta determinazione della reale disponibilità finanziaria dell’Ente e sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio. Si tenga conto infatti che determinare la cassa vincolata al 31/12 significa determinare l’importo dei fondi vincolati (aventi cioè specifico vincolo di destinazione sia di competenza che di cassa) che alla data del 31/12 sono stati incassati ma che a tale data non sono stati ancora pagati. L’irregolarità sopra rilevata, comporta la non corretta rappresentazione del fondo di cassa nel conto presentato dalla tesoreria dell’Ente, ed allegato al rendiconto della gestione, di cui all’art. 226 del Tuel. Si consideri, più in generale, che la non corretta contabilizzazione dei flussi di cassa, rispetto alle libere e vincolate, potrebbe anche ostacolare l’emersione di eventuale situazione di precarietà del bilancio in relazione agli enti che ricorrono al costante o ripetuto di fondi vincolati per il pagamento di spese correnti; sintomo questo dell’impossibilità di finanziare le spese ordinarie con le risorse destinate alle generalità del bilancio. Si invita pertanto l’Ente a monitorare il rispetto delle contabili relative alla costituzione della parte vincolata e destinata, al fine di evitare squilibri di bilancio connessi alla necessità di recuperare le entrate che sono state impiegate per fini diversi da quelle a cui erano destinate per legge o per l’applicazione dei principi contabili… Il saldo della cassa vincolata al 31.12, pari ad euro 188.196,76, risulta essere ricondotto a somme pignorate… In merito l’Ente non fornisce spiegazioni alle cause conseguenziali…>>.  Nostra ossrrvazione: il Comune di Modica non rispetta le regole di bilancio e non risponde alla richiesta di chiarimento dei revisori: la res pubblica viene maneggiata come cosa privata.

8. Non restituiti oltre 18 milioni di anticipazioni di tesoreria.

<<…Nel conto del tesoriere al 31/12/2021 sono indicati pagamenti per azioni esecutive per euro zero. L’ente non ha provveduto alla restituzione dell’anticipazione di tesoreria. L’anticipazione di cassa non restituita al 31/12/2021 ammonta ad euro 18.660.623,81 e corrisponde all’importo iscritto tra i residui passivi del titolo 5…>>.

9. Disordine, ritardi e arbitrio nei pagamenti.

<<…L’organo di revisione ha verificato che: – l’Ente non ha adottato le misure organizzative per garantire il tempestivo pagamento delle somme dovute per somministrazioni, forniture ed appalti, anche in relazione all’obbligo previsto dall’art. 183, comma 8 del Tuel. – l’Ente, ai sensi dell’art. 41, comma 1, d.l. n. 66/2014, non ha allegato al rendiconto un prospetto attestante l’importo dei pagamenti relativi a transazioni commerciali effettuati dopo la scadenza dei termini previsti dal d.lgs. n. 231/2002. e non indica l’ammontare complessivo dei debiti e il numero delle imprese creditrici. – Non sono state indicate le misure da adottare per rientrare nei termini di pagamento previsti dalla legge. – l’Ente, ai sensi dell’art. 1, comma 859, lett. b, Legge 145/2018, ha allegato l’indicatore annuale di ritardo dei pagamenti che ammonta a 180,77 giorni. – l’Ente, ai sensi dell’art. 1, comma 867, Legge 145/2018, entro il 31 gennaio non ha comunicato, mediante la piattaforma elettronica, l’ammontare complessivo dello stock di debiti commerciali residui scaduti e non pagati alla fine dell’esercizio precedente (31.12.2020)…>>.

10. Omesso il fondo pluriennale, bilanci non veritieri.

<<Evoluzione del Fondo pluriennale vincolato (FPV) nel corso dell’esercizio 2021. La composizione del FPV finale 31/12/2021 è la seguente: Il Collegio rileva che la mancata rappresentazione in bilancio del Fondo pluriennale vincolato determina la violazione del principio di veridicità, tenuto conto che il fondo assolve alla funzione di garantire l’adempimento di obbligazioni “legittimamente assunte e in origine dotate di piena copertura finanziaria” (sent. n. 247/2017 della Corte Costituzionale) e che, pertanto, la non corretta iscrizione vizia il documento contabile nella sua funzione essenziale di veicolo trasparente di rappresentazione degli equilibri pregiudicando, altresì, il suo carattere di bene pubblico come ripetutamente affermato dalla Consulta (sent. n. 184/2016)… Il principio della competenza potenziata prevede che il fondo pluriennale vincolato sia uno strumento di rappresentazione della programmazione e previsione delle spese pubbliche territoriali, sia correnti sia di investimento, che evidenzi con trasparenza e attendibilità il procedimento di impiego delle risorse acquisite dall’ente che richiedono un periodo di tempo ultrannuale per il loro effettivo impiego ed utilizzo per le finalità programmate e previste. Per quanto riguarda le opere pubbliche, la programmazione e la previsione delle stesse è fondata sul Programma triennale delle opere pubbliche e relativo elenco annuale di cui alla vigente normativa che prevedono, tra l’altro, la formulazione del cronoprogramma (previsione dei SAL) relativo agli interventi di investimento programmati…>>.

11. Cresce il disavanzo.

<<…Il risultato di amministrazione nel 2021, rispetto all’esercizio precedente di euro 73.641.409,54, vede un incremento del disavanzo pari ad euro 7.530.022,16. Si assiste pertanto ad un peggioramento del risultato di amministrazione, come di seguito dall’Ente rappresentato…>>.

12. Un passivo di 81 milioni e nessun ripiano.

<<L’Ente, in seno alla Relazione della Giunta al Rendiconto ed alla nota integrativa, ridetermina la composizione del disavanzo di amministrazione al 31.12.2021 – pari ad € 81.171.431,70 – imputando quale voce di disavanzo da Fal (Fondo anticipazione liquidità) … l’intera quota accantonata pari ad € 36.962.800,39, al netto delle quote rimborsate nell’esercizio in corso, ripianando di fatto le componenti di disavanzo in essere al 01.01.2021 derivanti da Piano di riequilibrio 2012, da esercizio 2019 e parzialmente la componente da applicazione dell’Fcde (Fondo crediti di dubbia esigibilità) ordinario, rimodulando, per conseguenza, le quote di ripiano delle suddette componenti del disavanzo come di seguito rappresentate… Non si ritiene attendibile il modus operandi dell’Ente di “sostituire” le voci di disavanzo in essere con altra tipologia di disavanzo, non essendoci di fatto, per l’esercizio 2021, un ripiano di nessuna componente di disavanzo essendo di fatto peggiorato il risultato di amministrazione, eccezion fatta per la componente derivante da ripristino FAL (Fondo anticipazione liquidità) essendo stato assistito dal contributo dello Stato di cui al comma 1 dell’art.52 Dl 73/21, vincolato al ripiano del suddetto disavanzo…>>.

13. Disavanzi vecchi e nuovi: il rendiconto mischia le carte.

<<…L’organo di revisione ha verificato che, in caso di disavanzo al 31 dicembre 2020 e di disavanzo al 31 dicembre 2021, l’Ente nella relazione sulla gestione ha fornito parzialmente le indicazioni richieste… In merito si rammenta che gli enti che erano già in disavanzo al 31 dicembre dell’esercizio precedente illustrano altresì le attività svolte nel corso dell’esercizio per il ripiano di tale disavanzo, segnalando se l’importo del disavanzo al 31 dicembre è migliorato rispetto a quello risultante nell’esercizio precedente di un importo almeno pari a quello iscritto in via definitiva nel bilancio di previsione alla voce Disavanzo di amministrazione. Nel caso del Comune di Modica, in cui tale miglioramento non si è realizzato, la Relazione sulla gestione deve indicare l’importo del disavanzo applicato al bilancio di previsione (alla voce Disavanzo di amministrazione) che non è stato ripianato, distinguendolo dall’eventuale importo dell’ulteriore disavanzo formatosi nel corso dell’esercizio, secondo le modalità previste dal paragrafo 9.2.26 del principio applicato della contabilità finanziaria… Si richiama l’Ente pertanto all’applicazione del principio per il quale il disavanzo di amministrazione, accertato a seguito dell’approvazione del rendiconto, è tempestivamente applicato al bilancio iscrivendone l’intero importo nel primo esercizio considerato nel bilancio di previsione in corso di gestione, prima di tutte le spese, come disavanzo da recuperare, ripartendo tra più esercizi nei casi espressamente previsti dalla legge. La mancata variazione di bilancio che, in corso di gestione, applica al bilancio il disavanzo accertato nel rendiconto della gestione è equiparata a tutti gli effetti alla mancata approvazione del rendiconto…>>.

14. Fondo rischi: numeri a casaccio.

<<Il risultato di amministrazione al 31/12/2021 presenta un accantonamento per fondo rischi contenzioso per euro 3.416.500,00 non determinato secondo le modalità previste dal principio applicato alla contabilità finanziaria… per il pagamento di potenziali oneri derivanti da sentenze, per il quale principio l’Ente omette di illustrare nella nota integrativa i criteri di valutazione adottati… Le indicazioni fornite non contengono dettagliatamente gli elementi idonei a verificarne la corretta determinazione del rischio di soccombenza in relazione alla definizione del relativo accantonamento, nonché la fattispecie collegata ed i tempi delle procedure in corso>>.

15. Contenzioso: costi nel vago, violati i criteri di classificazione.

<<…Dalla ricognizione del contenzioso esistente a carico dell’ente è stata calcolata una passività potenziale probabile … disponendo i seguenti accantonamenti: Euro 509.500,00 già accantonati nel risultato di amministrazione al 31/12 dell’esercizio precedente; Euro 2.907.000,00 accantonati nell’esercizio a cui si riferisce il Rendiconto… Il responsabile dell’Area Avvocatura, nell’ambito delle funzioni che la legge attribuisce all’Ufficio Legale dell’Ente, Avv. Miriam Dell’Ali … attesta l’ammontare del contenzioso in essere a carico dell’ente, e tramite l’allegato prospetto in excel, ne fornisce il dettaglio. Secondo una consolidata giurisprudenza contabile, la Corte dei Conti sollecita gli Enti Locali, nella determinazione dell’accantonamento, a far riferimento ai principi nazionali ed internazionali dettati in tema di contabilità … che definiscono l’omologo concetto di passività potenziale e misurata dal coefficiente di rischio, frutto di una stima basata su precise ed espresse motivazioni. In relazione al grado di realizzazione o accadimento dell’evento, detti principi classificano tali eventi come “probabili”, “possibili” o “remoti” che riflettono la percentuale di accantonamento minimo del valore del contenzioso in essere al Fondo in esame… Vista la relazione redatta dalla responsabile dell’Ufficio Legale in ordine alla ricognizione del contenzioso in essere a carico dell’Ente, è stata fornita una classificazione ai sensi dei principi sopra richiamati, non idonea ad una corretta verifica della congruità dell’accantonamento considerato che non sono state fornite indicazioni circa la fattispecie collegata ed i tempi delle procedure in corso…>>.

16. Società partecipate, un pozzo senza fondo e nessuna somma accantonata. <<Fondo perdite aziende e società partecipate. L’Ente non ha accantonato alcuna somma a titolo di fondo per perdite risultanti dal bilancio d’esercizio delle aziende speciali… In merito, non viene dato atto nella Relazione della Gestione nonché nella nota integrativa delle motivazioni in ordine al relativo mancato accantonamento. Si evidenzia …la rappresentazione dell’Ente in ordine alla situazione di fatto dei rapporti debiti/crediti in oggetto per la quale si rimette di seguito quanto esposto: “…In ordine ai rapporti debiti/crediti l’ufficio competente, con pec del 13.01.2021 ha avanzato apposita richiesta a tutti gli organismi partecipati detenuti. Tale richiesta è stata riscontrata con nota del 13.012021 solo dal Gruppo Azione Locale Terra Barocca Scarl., che ha comunicato l’inesistenza di debiti/crediti reciproci al 31.12.2020. Non avendo avuto alcun riscontro dagli altri organismi, con successiva pec del 24.06.2021 l’Ente ha di nuovo reiterato la richiesta di comunicare l’eventuale sussistenza di crediti/debiti nei confronti del Comune, invitando a darvi riscontro entro il 01.07.2021. Nessun riscontro è stato prodotto dalle sottoelencate partecipate: – Srr Ato 7 Ragusa; – Ato Ragusa Ambiente Spa in liquidazione; – Distretto turistico del Sudest; – Terre della Contea; – Consorzio Autostrade Siciliane (Cas). Mentre hanno riscontrato la suddetta richiesta le sottoelencate partecipate: Società Sviluppo Ibleo Srl ( So.Sv.I. srl), che con nota del 30.06.2021 ha rappresentato di vantare un credito nei confronti del Comune di Modica per contributi straordinari dovuti dai soci pubblici di € 7.072,00; Ati (Assemblea Territoriale Idrica), che con nota pec del 28.07.2021 ha rappresentato di vantare un credito nei confronti del Comune di Modica, quale quota di partecipazione, pari a € 82.840,31>>.

17. Società ‘Servizi per Modica’, Comune condannato anche in appello: non più solo un rischio ma debito fuori bilancio di € 2.512.096,72.

In ordine alla situazione delle due partecipate i cui debiti sono inseriti nel Piano, con riferimento alla società di capitali “Servizi per modica srl” partecipata al 100%, appariva al magistrato istruttore, in sede di approvazione del nuovo piano di riequilibrio, la possibile sottostima della massa passiva per euro 752.616,55. In merito alla società “Multiservizi srl in liquidazione” … l’Ente comunica che il debito da ripianare inserito nel Piano è pari ad euro 3.138.256,08 ed è oggetto di contenzioso, nonché che il debito definitivo dopo la condanna dell’Ente in appello è di euro 2.512.096,72 e il Comune, con delibera di Giunta comunale del 14.3.2022, ha deliberato il ricorso in Cassazione… Sul punto si rappresenta che l’importo di euro 2.512.096,72 non appare più un mero rischio da contenzioso, ma va meglio inquadrato in un debito fuori bilancio già maturato (in quanto la sentenza della Corte di Appello, come confermato dall’Ente, non è sospesa), in relazione al quale l’Ente ha l’obbligo di accantonare la relativa somma non nel fondo rischi contenzioso, ma in un apposito fondo debiti fuori bilancio del rendiconto 2021. Lo scrivente Organo di revisione ha verificato che l’importo di € 2.512.096,72 è stato accantonato alla voce “Altri accantonamenti” quale fondo rischi per debiti fuori bilancio.

18. Il Comune si dia da fare a reperire i bilanci delle società di cui è socio.

<<…Si ritiene pertanto opportuno, richiamare l’Ente nel procedere alla verifica della sussistenza delle eventuali perdite a carico delle società partecipate, attivandosi, celermente, qualora non in possesso, nel reperire i relativi bilanci di esercizio chiusi al 31/12, nonché reperire informazioni e documentazione in merito. Inoltre, si invita l’Ente, in qualità di socio, a farsi parte diligente e ad attivare tutti gli strumenti previsti dal codice civile al fine di ottenere riscontro di quanto richiesto dagli organi di controllo delle partecipate, eventualmente avvalendosi dei rimedi codicistici in presenza di omissione degli organi di controllo…>>. Alla voce Altri Fondi ed Accantonamenti si evidenzia la somma di euro 11.000.526,63 di cui: – euro 2.512.096.72 quale fondo rischi debiti fuori bilancio relativo alla partecipata “Modica Multiservizi S.r.l.”; – euro 140.000,00, quali debiti fuori bilancio da riconoscere; – euro 8.314.429,91 per quote rimborsate nell’esercizio 2021 in ordine al Fal (Fondo anticipazione liquidità)…>>.

19. Fondo garanzia debiti commerciali: nessun importo.

<<L’organo di revisione rileva che l’Ente non ha accantonato alcun importo a titolo di FGDC (Fondo garanzia debiti commerciali), seppur, richiamando la deliberazione di GM n.139 del 03/05/2021, ne abbia calcolato l’ammontare per complessive € 1.645.639,68. In seno alla Relazione della Giunta, nonché alla Nota integrativa, allegata al presente Rendiconto, l’Ente riporta la motivazione seguente: “In ordine all’accantonamento al fondo debiti commerciali è stata stanziata la somma di euro 1.645.639,68 somma pari al 5 % del totale macro aggregato 103. A tale ultimo importo non è stata detratta alcune somma di spese finanziate con apposite entrate a destinazione vincolata, pertanto l’importo previsto in bilancio è sovrastimato, e non necessita di adeguamento…”. Si rileva in merito … un considerevole scostamento dell’ammontare delle spese 2021, rispetto al 2020, per l’acquisto di beni e servizi in contrordine a quanto disposto dalla misura n.7 del Piano di Riequilibrio rimodulato. Acquisto beni e servizi anno 2020 € 25.836.042,74, anno 2021 € 32.104.495,68,  variazione € 6.268.452,94. L’Ente, in seno alla Relazione della Giunta e della Nota integrativa allegate, non fornisce chiarimenti in merito alle motivazioni che hanno condotto all’incremento di detto macro aggregato di spesa…>>.

20. Servizi informatici: dati occultati e Bella non fornisce le carte. Non certificate neanche le spese di rappresentanza. 

<<..L’organo di revisione non è nelle condizioni di verificare il rispetto delle disposizioni in materia di consulenza informatica… nonché i vincoli …in materia di acquisto di beni e servizi informatici. In merito il Responsabile di settore dott. Gianpiero Bella, in sede di stesura della presente relazione non fornisce i chiarimenti e la documentazione in merito. L’organo di revisione non è nelle condizioni di verificare il rispetto dell’obbligo di trasmettere alla Corte dei conti gli atti di importo superiore a 5 mila euro riferiti a spese per studi e incarichi di consulenza (art. 1, comma 173, legge 266/2005). In merito il Responsabile di settore dott. Gianpiero Bella, in sede di stesura della presente relazione non fornisce i chiarimenti e la documentazione in merito. L’Ente non ha rispettato l’obbligo di certificazione delle spese di rappresentanza previsto all’articolo 16, comma 26, del decreto-legge 13 agosto 2011, convertito, con modificazioni ed integrazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148. In merito al mancato rispetto l’Ente non fornisce spiegazione…>>.

21. Buio fitto sui crediti-debiti con le società partecipate.

<<…Verifica rapporti di debito e credito con i propri enti strumentali e le società controllate e partecipate… Crediti e debiti reciproci… L’art.11, comma 6 lett.J del D.Lgs.118/2011, richiede di allegare al rendiconto una nota informativa contenente gli esiti della verifica dei crediti e debiti reciproci con i propri enti strumentali e le società controllate e partecipate. La nota informativa non risulta allegata al Rendiconto, in quanto, alla data odierna, come evidenziato dagli uffici, non risulta trasmessa da parte degli Enti partecipati nessuna certificazione nonostante le richieste inoltrate da parte del Settore competente del Comune di Modica. L’organo di revisione, considerata l’assenza delle note informative contenenti gli esiti della verifica dei crediti e debiti reciproci con i propri enti strumentali e le società controllate e partecipate, rileva la necessità di una verifica costante dei rapporti debiti/crediti volta a garantire il principio di veridicità dei documenti contabili sia dell’ente locale sia dei suoi enti strumentali/controllati/partecipati, poiché un disallineamento delle posizioni influenza l’attendibilità del risultato di amministrazione.

22. Le partecipate non approvano i bilanci e il Comune non accantona le perdite. Società che hanno conseguito perdite di esercizio. L’organo di revisione rileva che la maggioranza delle società partecipate non ha approvato i bilanci di esercizio 2020 e 2021: i dati sono riepilogati nel prospetto seguente… L’organo di revisione evidenzia che non risultano accantonamenti al 31.12.2021 al fondo perdite società partecipate; l’obbligo di accantonamento è previsto … per ciascun esercizio in cui le società partecipate presentino un risultato di esercizio negativo. Nella nota integrativa e nella relazione al rendiconto di gestione non viene data alcuna motivazione del mancato accantonamento…>>.

23. Relazione al rendiconto. mancano i criteri di valutazione.

<<…L’organo di revisione prende atto che l’ente ha predisposto la relazione della giunta in aderenza a quanto previsto dall’art. 231 del Tuel … e che la relazione è composta da a) il conto del bilancio relativo alla gestione finanziaria e i relativi riepiloghi, b) il quadro generale riassuntivo, c) la verifica degli equilibri… Nella relazione non sono illustrati i criteri di valutazione utilizzati, la gestione dell’ente nonché i fatti di rilievo verificatisi dopo la chiusura dell’esercizio.

24. Il cahiers de doleances delle irregolarità e le misure necessarie per superarle

<<Irregolarità non sanate, rilievi, considerazioni e proposte. Con riferimento al termine di approvazione del Rendiconto della gestione 2021, la proposta viene sottoposta alla deliberazione del Consiglio Comunale oltre i termini previsti dalla norma vigente. Sulla base dell’analisi dei dati esposti nei punti precedenti, delle verifiche di regolarità amministrativa e contabile effettuate durante l’esercizio, dalle risultanze della documentazione allegata al Rendiconto, dalle criticità e dai rilievi emersi in seno alla deliberazione n.1/2023/PRSP della Sezione di Controllo della Corte dei Conti Regione Sicilia, espone ed evidenzia le seguenti considerazioni, rilievi e proposte:

– Necessità di adottare azioni specifiche per potenziare le attività previste nelle misure del Piano di Riequilibrio approvato con deliberazione della Corte dei Conti n. 1/2023/, in modo da rendere aderenti le decisioni adottate, ed avere la possibilità di superare le attuali criticità, attraverso una costante azione di accantonamento e di rispetto dei vincoli determinati dal Piano di Riequilibrio.

– Necessità, al fine di non compromettere la previsione di riequilibrio a causa dall’accertata e scarsa capacità di riscossione dei crediti da parte dell’Ente, o della scarsa capacità di attivazione delle misure, tra le quali, in particolare, il recupero dell’evasione tributaria e la riduzione delle spese correnti, di attivare ogni idonea misura necessaria al potenziamento di queste attività al fine di rispettare i modi e i tempi previsti dal Piano di riequilibrio approvato.

– Mancata attivazione della cassa vincolata come previsto dall’art.195 del Tuel. Il modus operandi dell’ente, evidenzia da parte degli uffici finanziari l’urgente necessità di approfondimenti in merito alle tematiche dell’istituto della “cassa vincolata”, dell’utilizzo e dell’applicazione dell’ex art.195 del TUEL e dei principi contabili richiamati, con l’esigenza di porre in essere tutte le misure necessarie all’adozione della stessa con estrema sollecitudine. La mancata determinazione della cassa vincolata rappresenta una seria criticità in grado di incidere negativamente sulla corretta determinazione della reale disponibilità finanziaria dell’Ente e sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio. Si invita pertanto l’Ente a monitorare il rispetto delle contabili relative alla costituzione della parte vincolata e destinata, al fine di evitare squilibri di bilancio connessi alla necessità di recuperare le entrate che sono state impiegate per fini diversi da quelle a cui erano destinate per legge o per l’applicazione dei principi contabili.

– L’Ente ha fatto continuo ricorso all’anticipazione di tesoreria e presenta un equilibrio di cassa di parte corrente negativo. L’anticipazione di cassa non restituita al 31/12/2021 ammonta ad euro 18.660.623,81 la quale, pur non essendo indebitamento in senso stretto, dovrebbe comunque trovare copertura nelle risorse correnti. Inoltre, tali evidenze contrastano con l’obiettivo di ridurre il ricorso all’anticipazione di tesoreria, per come previsto nel Piano di riequilibrio pluriennale.

– In ordine alla composizione delle quote di disavanzo si rileva una ricostruzione di dubbia attendibilità da parte dell’Ente. In merito la composizione delle componenti data dagli uffici finanziari, a parere dello scrivente Collegio e per il quale approfondimento si rinvia al punto in esame, è lesiva dei principi applicati di contabilità di cui all’allegato 4/2 del Dlgs 118/2011 e dell’applicazione delle quote da ripianare delle singole componenti in oggetto da applicare al bilancio di previsione, per il quale ne compromette la stabilità finanziaria e gli equilibri in essere.

– Mancata adozione delle misure organizzative per garantire il tempestivo pagamento delle somme dovute per somministrazioni, forniture ed appalti, anche in relazione all’obbligo previsto dall’art. 183, comma 8 del Tuel.

– l’Ente, ai sensi dell’art. 41, comma 1, d.l. n. 66/2014, non ha allegato al rendiconto un prospetto attestante l’importo dei pagamenti relativi a transazioni commerciali effettuate dopo la scadenza dei termini previsti dal d.lgs. n. 231/2002. e non indica l’ammontare complessivo dei debiti e il numero delle imprese creditrici.

– Non sono state indicate le misure da adottare per rientrare nei termini di pagamento previsti dalla legge.

– Mancata rappresentazione del Fondo pluriennale vincolato, con la conseguente potenziale violazione del principio di veridicità, tenuto conto che il fondo assolve alla funzione di garantire l’adempimento di obbligazioni “legittimamente assunte e in origine dotate di piena copertura finanziaria” (sent. n. 247/2017 della Corte Costituzionale) e che, pertanto, la non corretta iscrizione vizia il documento contabile della sua funzione essenziale di veicolo trasparente di rappresentazione degli equilibri pregiudicando, altresì, il suo carattere di bene pubblico come ripetutamente affermato dalla Consulta (sent. n. 184/2016).

– In merito ai rapporti con le Società Partecipate, si ribadisce la necessità di una puntuale ricognizione, in base all’art. 20 del D.Lgs 175/2016 (Testo Unico delle Società Partecipate) e la definizione della disciplina sul sistema di controllo analogo e della verifica delle attività delle partecipate in coerenza con quanto stabilito dal Comune. L’Organo di revisione, considerata l’assenza delle note informative contenente gli esiti della verifica dei crediti e debiti reciproci con i propri enti strumentali e le società controllate e partecipate, rileva la necessità di una verifica costante dei rapporti debiti/crediti volta a garantire il principio di veridicità dei documenti contabili sia dell’ente locale sia dei suoi enti strumentali/controllati/partecipati, poiché un disallineamento delle posizioni influenza l’attendibilità del risultato di amministrazione.

– L’Ente non ha accantonato alcuna somma a titolo di fondo per perdite risultanti dal bilancio d’esercizio delle aziende speciali, istituzioni ai sensi dell’art.1, comma 551 della legge 147/2013.

– In ordine alla rappresentazione del contenzioso, l’organo di revisione invita l’Ente ad attuare una più efficace procedura di rilevazione dei contenziosi passivi, al fine di garantire la veridicità  e congruità degli accantonamenti. Pertanto, si suggerisce a tutela degli equilibri di bilancio, la verifica del contenzioso in essere, secondo una stima prudenziale del rischio di soccombenza alla data odierna, tenuto conto delle eccezioni rilevate in seno alla presente relazione e delle criticità mosse in seno alla deliberazione della Corte dei Conti n.1/2023. In relazione alla congruità delle quote accantonate a copertura degli oneri da contenzioso, l’Organo di revisione ritiene opportuno che sia dato atto a procedere ad una più puntuale valutazione in ordine alla classificazione del rischio di soccombenza e la relativa stima della percentuale di accantonare, tenuto conto del nuovo contenzioso formatosi nel corso del 2022 e delle relative quote richiamate in seno al prospetto di cui alla nota del 01/03/2023 prot. n. 9754 del responsabile dell’Avvocatura dell’Ente. Il risultato di amministrazione al 31/12/2021 presenta un accantonamento per fondo rischi contenzioso per euro 3.416.500,00 non determinato secondo le modalità previste dal principio applicato alla contabilità finanziaria al punto 5.2 lettera h) per il pagamento di potenziali oneri derivanti da sentenze, per il quale principio l’Ente omette di illustrare nella nota integrativa i criteri di valutazione adottati, secondo il punto 9.11 del Dlgs 118/2011. Le indicazioni fornite, non contengono dettagliatamente gli elementi idonei a verificarne la corretta determinazione del rischio di soccombenza in relazione alla definizione del relativo accantonamento, nonché la fattispecie collegata ed i tempi delle procedure in corso.

– In merito all’accantonamento a Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, tale importo, dalle verifiche effettuate in sede di stesura della presente relazione, in virtù dell’allegato n.10/C al Rendiconto, risulta essere sottostimato, in quanto, per i seguenti crediti di dubbia e difficile esazione non è stato effettuato l’accantonamento, di cui ai capitoli: ICI anni pregressi, TASI anni pregressi, COSAP anni pregressi, Introiti diversi, per un ammontare stimato ci circa € 6.214.000,00 circa. Detto mancato accantonamento contribuisce ad una rappresentazione fittizia del risultato di amministrazione di cui al disavanzo in essere al 31.12.2021.

– In merito all’accantonamento per debiti fuori bilancio si rileva una sottostima di euro 603.700,00, sulla base delle attestazioni allegate …. e non viene fornita nessuna informazione e/o attestazione per i debiti fuori bilancio in corso di finanziamento o in attesa di riconoscimento dopo la chiusura dell’esercizio ed entro la data di formazione dello schema di detto rendiconto.

– l’Ente non ha accantonato alcun importo a titolo di Fondo Garanzia Debiti Commerciali, pur non essendo stato rispettato il termine relativo alla tempestività dei pagamenti dell’art. 41, comma 1, d.l. n. 66/2014 e seppur, richiamando la deliberazione di GM n.139 del 03/05/2021, ne abbia calcolato l’ammontare per complessive € 1.645.639,68, incidendo negativamente sulla corretta rappresentazione del risultato di amministrazione in merito al disavanzo.

– Si ritiene opportuno, come puntualizzato in seno al parere del precedente organo di revisione, sul riaccertamento dei residui, una verifica puntuale di quanto riportato circa la permanenza dei residui attivi, in particolar modo per quelli iscritti al Titolo I e al Titolo III costituiti in anni precedenti, i quali hanno presentato esigue riscossioni.

– L’organo di revisione ritiene insufficienti le attività poste in essere dall’Ente in ordine al recupero dell’evasione tributaria, in quanto si rileva un’attività di accertamento poco incisiva. Risulta necessaria una incisiva attività di riscossione forzata sia in conto residui che in conto competenza. Si registra una reiterata bassa capacità di riscossione identificata nelle entrate del Titolo I e III, in particolar modo sui capitoli inerenti l’IMU, TASI e TARI anni pregressi e Servizio Idrico. Pertanto, si suggerisce e raccomanda, al fine di migliorare la capacità di riscossione, a provvedere ad avviare le procedure di riscossione coattiva dei tributi, per i quali sono scaduti i termini di versamento e non ancora prescritti. Dette procedure contribuiscono ad aumentare la sostenibilità economico finanziaria dell’Ente in termini di risorse di cassa, nonché, a ridurre le quote del Fcde (Fondo crediti di dubbia esigibilità) accantonato nel risultato di amministrazione, al fine di rendere disponibili maggiori risorse a favore dell’Ente.

– l’Ente non ha assicurato per l’anno 2021, la copertura minima dei costi dei servizi a domanda individuale.

– In merito al macro-aggregato 103 si rileva un considerevole scostamento dell’ammontare delle spese 2021, rispetto al 2020, per l’acquisto di beni e servizi in contrordine a quanto disposto dalla misura n.7 del Piano di Riequilibrio rimodulato.

– Mancato rispetto dell’obbligo di certificazione delle spese di rappresentanza previsto all’articolo 16, comma 26, del decreto-legge 13 agosto 2011, convertito, con modificazioni ed integrazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148. In merito al mancato rispetto l’Ente non fornisce spiegazione>>.

Con Bella, tre soli dirigenti titolari (assunti illegittimamente, con funzione sospesa e atti nulli) e una pletora di incarichi dati per tasso di fedeltà ad Abbate, inversamente proporzionale a quello di competenza, di resistenza alle pressioni del ‘sistema’ e di coscienza dei doveri della pubblica amministrazione

Per chiudere la questione dei tre dirigenti, abbiamo visto che Di Martino proviene dal Comune di Acate dove nel 2018 Bella si insedia come nuovo segretario generale a capo della burocrazia comunale e quindi ben conosce la funzionaria, prescelta a conclusione del citato procedimento selettivo indetto dalla commissaria Ficano che prima l’ha voluta come consulente e nel quale Bella presiede la commissione giudicatrice; Caccamo giunge dalla Prefettura di Ragusa dove gli affari trattati sono ben diversi da quelli di un comune e, ancora di più, molto meno impegnativi di quelli del Comune di Modica, soprattutto nell’era-Abbate e in vigenza del citato ‘sistema’; ben noto invece a Paolino il quale nell’ente, quando è promosso dirigente, è già responsabile ad interim del settore Infrastrutture e lavori pubblici come titolare di incarico di posizione organizzativa (oggi Eq, ovvero incarico di elevata qualificazione), nonchè responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, incarico assunto a ottobre 2018 dopo lo scandalo che estromette Bella e fino al 13 luglio 2023 quando la sindaca Monisteri affida questo compito a Caccamo.

La cosa tragicomica, comunque gravissima, è che, come abbiamo visto, nessuno dei neo dirigenti, e neanche quello prescelto per prevenire la corruzione e garantire la trasparenza, risulti adempiente, fino ad oggi dopo sette mesi di servizio, agli obblighi sanciti dalle legge proprio per garantire la trasparenza e prevenire la corruzione: ovvero pubblicare la dichiarazione di insussistenza di cause di inconferibilità e incompatibilità, unitamente agli altri dati (emolumenti, incarichi, missioni, ecc…) e attestazioni come il curriculum vitae tempestivamente aggiornato. Il che, come documentato, rende inefficace e priva di effetti la funzione esercitata e nulli tutti gli atti prodotti e non vi è ex post alcuna possibilità di sanatoria ab initio in quanto il tardivo adempimento di pubblicazione – come statuito dall’Anac e sancito concordemente dalla giurisprudenza – conferisce efficacia alla funzione solo dal momento in cui esso viene posto in essere legittimando quindi solo gli atti futuri.

Questa è la situazione di un comune che si ritrova tre soli dirigenti titolari ed effettivi, ma illegittimamente assunti e quindi senza titolo sia ad essere retribuiti che ad emanare atti, che infatti sono nulli come emergerebbe ad un vaglio giudiziario appena questo dovesse essere da qualcuno (c’è chi ne abbia l’obbligo di legge?) provocato o sollecitato. E sulle cause di tale nullità c’è solo l’imbarazzo della scelta: dalla mancata approvazione del conto consuntivo 2021 alle inadempienze appena rilevate.

Tutte le altre posizioni di dirigenti sono vacanti, occupate da sempre, nei dieci anni di sistema-Abbate, attraverso l’affidamento discrezionale di incarichi a fedelissimi spesso totalmente privi delle competenze e dei requisiti etici e professionali minimi per potere esercitare degnamente la funzione, con la conseguenza che il Comune si trova in una situazione disastrosa per incapacità di assolvere anche ai compiti più elementari e per totale inidoneità a farlo nel rispetto delle leggi, schiacciato dalle pretese del ‘sistema’ privato allestito da Abbate il quale riconosce solo – quindi premia e gratifica – la prestazione servile della fedeltà assoluta di pubblici dipendenti; e contemporaneamente emargina, discrimina, perseguita e quindi sottrae al capitale dell’ente quella di funzionari dalla schiena dritta dotati di competenza ma non adatti al ‘sistema’ perchè rispettosi delle norme e dei doveri di servizio preposti alla tutela dell’interesse generale.

In proposito nulla risulta cambiato con l’avvento dell’amministrazione-Monisteri: dei tre dirigenti portati in dote dalla commissaria Ficana e consegnati, appena immessi in servizio, alla sindaca neo eletta nel giorno del suo insediamento, abbiamo detto.  Nelle altre aree amministrative tutti i funzionari promossi fiduciariamente e mantenuti nel tempo da Abbate, come titolari di posizione organizzativa, a capo dei rispettivi settori sono confermati in blocco, in qualche caso aggirando la nuova configurazione degli incarichi di ‘Eq’ (elevata qualificazione).

Un conto consuntivo falso e l’impossibilità di approvarlo senza assunzione

di responsabilità personale. Rischio decadenza per il consiglio comunale?

Una norma regionale lo limita solo al caso del bilancio di previsione

La mancata approvazione di documenti contabili, oltre a rendere nulle le assunzioni, dispiega i suoi effetti anche su altri piani: per esempio potrebbe determinare la decadenza dell’organo inadempiente, ovvero il consiglio comunale, qualora l’omissione perdurasse anche dopo intimazione tramite l’attivazione di poteri sostitutivi. Il condizionale è d’obbligo perchè la Sicilia non è patria del diritto, nè della chiarezza, tanto meno della linearità e della coerenza. Una legge regionale approvata il 17 febbraio 2021 (legge n. 5 ‘Norme in materia di enti locali’ di modifica dell’art. 109 bis dell’Orel, ordinamento regionale enti locali) limita al solo caso di mancata approvazizone del bilancio di previsione, e non del conto consuntivo, la decadenza dei consigli comunali, addirittura con la pretesa di impartire una norma interpretativa applicabile quindi con effetto retroattivo. Il che alimenta gravi e lunghi contenziosi come quello risolto, nel caso del Comune di Siracusa, dal Consiglio di giustizia amministrativa con sentenza del 12 ottobre 2021, nel senso della decadenza perchè è disconosciuta la funzione interpretativa della nuova norma.

La legge (regionale stante la potestà legislativa esclusiva della Regione siciliana in tema di enti locali) è quella voluta dalla giunta-Musumeci e fortemente sostenuta, a febbraio 2021, dall’assessore alle autonomie locali Marzo Zambuto il cui capo di gabinetto, come abbiamo visto, da luglio 2021 è Silvio Cuffaro allora sindaco di Raffadali, l’anno dopo, il 21 aprile 2022, nominato dal governo Musumeci direttore generale dei dipartimento finanze della Regione; confermato dall’esecutivo-Schifani, il 10 febbraio 2023, a capo di finanze e credito.

Appena chiamato a guidare il gabinetto-Zambuto, il 2 luglio 2021, Silvio Cuffaro dichiara di volere<< affrontare e risolvere il problema delle gravi incombenze finanziarie dei comuni e chiudere i bilanci>>. Non sappiamo a quali difficoltà dei comuni siciliani il fratello del più potente Totò faccia riferimento.

Nel caso di Modica il conto consuntivo 2021 è quello predisposto il 17 aprile 2023 dalla commissaria Ficano con i poteri della giunta, ma avrebbe dovuto provvedervi l’amministrazione-Abbate – cessata dalla carica l’8 maggio 2022 – predisponendolo in tempo perchè il consiglio comunale potesse deliberare entro il 30 aprile 2022. Nel merito, esso è  semplicemente falso come attestano i revisori, e non potrebbe essere approvato senza la relativa assunzione di responsabilità personale da parte di chi con il proprio voto vi dovesse contribuire.

Per quanto riguarda i termini, la norma votata dall’Assemblea regionale siciliana subito dopo l’avvento di Zambuto all’assessorato alle autonomie locali tenta di salvare i consigli comunali dalla decadenza, ma non nel caso in cui l’inadempienza riguardi i bilanci di previsione.

Abbate, Bella, Ficano, Sciortino, Tripoli, Di Martino : un tourbillon di incarichi

fra scambi, affari, intrecci, nomine reciproche, giochi di emolumenti in cui

sull’asse Modica-Bagheria-Acate l’interesse dell’ente pubblico scompare

Riprendendo il filo dei fatti, ritroviamo Giampiero Bella a capo del servizio economico-finanziario del Comune di Modica dal suo arrivo come segretario generale nel 2015 fino al 5 giugno 2023. Nel periodo la gestione finanziaria dell’ente è un disastro: piano di riequilibrio disatteso, spese disinvolte e spesso arbitrarie, pagamenti discrezionali e discriminatori tra fornitori ‘amici’ e ‘non’, indebitamento crescente nonostante le prescrizioni della Corte dei conti, bilanci opachi e addirittura falsi. Tale gestione, se ha come primo responsabile Abbate sindaco e padrone assoluto del Comune, si avvale certamente del sostegno di Bella quale dirigente del settore la cui firma è sugli atti che concorrono alla situazione che ancora oggi, come certificato dai revisori, balla sull’orlo del dissesto, mentre il semplice rispetto del piano di riequilibrio approvato dall’amministrazione-Buscema nel 2012 e ricevuto in dote da Abbate nel 2013 avrebbe portato subito il Comune a navigare in acque tranquille.

Per quanto riguarda la sorte del conto consuntivo del 2021, dopo la radicale bocciatura da parte dei revisori, la giunta-Monisteri tenta di salvarlo attraverso una serie di considerazioni e chiarimenti formulati dallo stesso Bella, in questo caso solo come segretario generale, e dalla nuova dirigente del settore finanziario e tributi Maria Di Martino subentrata in questo ruolo proprio a Bella il 5 giugno 2023, mentre questi, come abbiamo visto, il 12 dicembre 2023 subentra a lei nel Comune di Acate, in uno dei tanti incarichi aggiuntivi della propria collezione rispetto a quello di segretario del Comune di Modica: incarichi per i quali viene retribuito a parte, mentre le cifre riportate, delle quali i premi corrisposti rappresentano un decimo, riguardano solo l’ente della Contea.

In proposito un’altra singolarità caratterizza il rapporto della neo dirigente Di Martino con il Comune di Modica fin dall’assunzione. Il 20 giugno 2023, quindici giorni dopo l’immissione in servizio, la giunta-Monisteri nella sua prima riunione approva una delibera (la prima in assoluto della sua sindacatura: porta infatti il numero uno) sull’utilizzo condiviso della dirigente con il Comune di Acate. In pratica l’amministrazione-Monisteri autorizza Di Martino, dipendente del Comune di Modica, a prestare servizio due giorni su cinque nel Comune di Acate, con rimborso delle spese di viaggio da Modica ad Acate e ritorno in ognuna di tali giornate e senza alcuna riduzione dell’onere economico sostenuto dall’ente nel trattamento retributivo previsto per un rapporto di lavoro a tempo pieno.

Di Martino, come Bella e come gli altri dirigenti, è inadempiente agli obblighi di legge sulla pubblicazione di dichiarazioni e documenti finalizzata alla prevenzione e repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione: insussistenza di cause di inconferibilità e incompatibilità, emolumenti percepiti a carico della finanza pubblica, compensi, missioni, viaggi di servizio, altri incarichi, scadenze, curriculum aggiornato. In quello visibile sul sito del Comune di Acate Di Martino risulta residente proprio in questo comune del quale dall’11 dicembre 2023 non è più dipendente per le dimissioni presentate il 27 novembre ma dove dal 20 giugno, come abbiamo visto, presta servizio due giorni su cinque per ‘utilizzo condiviso’ dei due comuni, mentre dal 5 giugno 2023 è dipendente solo del Comune di Modica dal quale riceve lo stipendio relativo ad un rapporto a tempo pieno ma – trattandosi di dirigente non tenuta al rispetto di orari – due giorni su cinque può lavorare ad Acate ed essere ogni volta rimborsata delle spese di viaggio (un quinto del costo di un litro di benzina per ogni chilometro) relative alla distanza da Modica ad Acate e ritorno.

Stando al cv visibile sul sito del Comune di Acate, Di Martino – 49 anni, maturità tecnico-commerciale, laurea in economica e commercio, abilitazione all’insegnamento di economia aziendale – dopo impieghi privati e una docenza nella scuola paritaria ‘Marconi’ di Vittoria, dal 2002 è dipendente del Comune di Acate, con incarichi anche altrove come nel Comune di Scicli da giugno 2013, per due anni e mezzo, in un periodo che incrocia anche la gestione straordinaria in seguito allo scioglimento del 29 aprile 2015.

Nel Comune di Acate Di Martino dal 2018 assume ad interim la titolarità di posizioni organizzative varie come affari generali, servizi demografici, polizia municipale, incarico di vice segretaria comunale e, con questo status, sempre nel 2018, si ritrova come capo il segretario generale Bella in convenzione Modica-Acate. A gennaio 2019 Di Martino assume anche l’interim affari generali con delega al protocollo, albo e gestione web e atti amministrativi, ufficio notifiche, messi, sicurezza dati.

Quattro anni dopo, a gennaio 2023, entra in rapporto di servizio anche con il Comune di Modica (dove il segretario, da otto anni e continuativamente è sempre Bella), nominata ‘esperta’, a mille euro al mese, dalla commissaria Ficano con i poteri del sindaco: di fatto subentra ad Adriana Sciortino, la commercialista di Bagheria moglie di Piervincenzo Tripoli che la concittadina Ficano ha nominato esperta per quattro mesi, a due mila euro al mese, da settembre a dicembre 2022.

Dopo questa consulenza fiduciaria, Di Martino partecipa alla selezione, indetta da Ficano per l’assunzione di un dirigente del settore finanziario e tributi e nella quale la commissione giudicatrice, presieduta da Bella e della quale fa parte Tripoli, la proclama vincitrice.

I rilievi dei revisori sul conto consuntivo 2021 e la difesa della giunta Monisteri basata sulle giustificazioni evanescenti del tandem Bella-Di Martino

Tornando alla linea di difesa dalla lunga sequenza di contestazioni del collegio dei revisori, la giunta-Monisteri, con delibera del 12 ottobre scorso, prende atto dei rilievi, si affida ai charimenti del duo Bella-di Martino che con volitiva e interessata generosità considera ‘esaustivi’, ammette che rimangano criticità non superate ma – osserva – la gestione oggetto del rendiconto 2021 è ormai conclusa e quindi esse<< confluiranno e saranno definite nel rendiconto 2022 nella cui redazione si darà conto anche di esse nell’ambito di un giusto principio di continuità dell’attività amministrativa>>.

Si rimane allibiti a leggere queste parole nella delibera di giunta, confortate dal tandem segretario-dirigente, una ‘bella’ e sintonica accoppiata in luogo della precedente entità monocratica: prima era solo… Bella.

Non sbaglierebbe certo una lettrice o un lettore che traducessero così le parole della giunta: va bene, il conto consuntivo presentato è falso, i revisori lo hanno scoperto, ma c’è chi ci comprende, ci conforta, ci aiuta e si fa in quattro, magari in varie posizioni, segretario generale e dirigente di settore, per aiutarci e poi, vabbè, se anche i conti sono falsi, ormai che ci possiamo fare? La gestione è andata, i soldi sono spesi, le pezze d’appoggio che mancano non sapremmo dove trovarle o non potremmo proprio farle vedere perchè l’ostensione potrebbe solo peggiorare la situazione, non possiamo sanare le tante omissioni e le violazioni compiute, perchè è impossibile rimettere il dentrificio nel tubetto, ma promettiamo che metteremo la testa a posto e rispetteremo le regole quando avremo in mano il conto consuntivo 2022: altra gestione ampiamente passata (nostra osservazione), ecco a cosa servono i ritardi!

E a questo punto del deliberato la sindaca Monisteri e la sua giunta al completo (tutti presenti e votanti in modo conforme: Giorgio Belluardo, Rosario Viola, Chiara Facello, Agatino Antoci, Antonio Drago, Delia Vindigni, Samuele Cannizzaro) piazzano la chiosa finale <<nell’ambito di un giusto principio di continuità dell’attività amministrativa>>. Come dire, apertamente: continueremo a fare come sempre e chissenefrega dei revisori, dei bilanci falsi e della città che paga tutto ciò e avrebbe diritto alla verità ed anche ad un minimo di rispetto e di giustizia per così tante, e così a lungo reiterate, malefatte.

Nel merito la relazione Bella-Di Martino di quattro paginette allegata alla delibera di giunta (di cui fa parte integrante, pag. 5-9) cita alcuni, solo alcuni dei rilievi dei revisori e tenta di lasciar credere di fornire spiegazioni o chiarimenti utili a superarli, ed anche a superarli tutti: niente di più falso. Ma nel caso in cui questa possa essere solo la sensazione di chi scrive, chiunque voglia  può verificare: qui  la relazione del collegio dei revisori del 9 maggio 2023, qui la delibera di giunta del 12 ottobre 2023 di cui fa parte la relazione Bella-Di Martino.

Il segretario generale costa al Comune di Modica 200 mila euro l’anno e ha piena libertà di collezionare altri incarichi a volontà, con il placet di Abbate.

I retroscena del mancato trasloco in Provincia (a Modica era pronta Ficano)

e dell’abbandono a Ispica per lo scontro del deputato cuffariano con Leontini

Siamo partiti dai premi generosi concessi dalla Città di Modica al segretario comunale, garante fin dal 2015 della legalità degli atti del ‘sistema-Abbate’ e nel contempo esecutore, quale dirigente del settore finanziario fino a giugno scorso, di ogni volontà dell’attuale deputato all’Ars che non molla la presa su palazzo San Domenico. I premi, concessi a Bella nella misura massima consentita per legge (consentita però in assenza di cause ostative, a Modica fortemente presenti e cogenti) vanno ad integrare una retribuzione che nel 2020 è di € 123.850,00, nel 2021 di € 142.571,70, nel 2022 di € 114.584,30. Premi riscossi tutti tra giugno e settembre 2023, per oltre 38 mila euro (il costo per il Comune supera 50 mila euro) che si aggiungono alla retribuzione. Per prendere ad esempio uno dei tre dati relativi al trattamento degli ultimi tre anni, una retribuzione di 142 mila euro raggiunge o sfiora per il sovraindebitato ente della Contea un carico di 200 mila euro. Cifre riguardanti solo l’esborso del Comune di Modica in quanto ogni altro incarico – della lunga serie emersa – espletato per altri comuni o enti è retribuito a parte dagli interessati.

I premi relativi a tre annualità costano al Comune di Modica per l’esattezza € 50.310,91 che, in aggiunta ad un costo medio retributivo annuo di circa 200 mila euro, vanno a ‘premiare’, appunto, un burocrate il cui servizio alla città – da massimo dei voti con lode quanto a fedeltà al ‘sistema’ – è dettagliatamente illustrato in questo articolo, compresa la parte che segue.

Senza dire poi che la situazione oggettiva dell’ente mal si concilia con i paletti posti dalla legge la quale subordina il conferimento di tali regali – nel nostro caso, abbiamo visto, nella misura massima possibile, data evidentemente l’eccezionalità dei meriti del premiato – alle limitazioni dettate dalla duplice avvertenza <<nell’ambito delle risorse disponibili>> e <<nel rispetto della propria capacità di spesa>>: l’uno e l’altra segnalati in rosso dalle norme ma carta straccia nella ‘zona franca’ di palazzo San Domenico.

Sulla permanenza di Bella nell’incarico di segretario generale, per la cronaca va detto che il 22 agosto scorso la sindaca Monisteri lascia intendere di volerlo sostituire, tanto da avviare la procedura di pubblicizzazione della sede, di fatto un bando di ricerca di un nuovo segretario sul portale del ministero dell’Interno e dell’albo dei segretari comunali e provinciali. Acquisite eventuali disponibilità e valutati i curricula pervenuti (che non è dato conoscere in mancanza di riferimenti nell’atto relativo) la sindaca decide però, con propria determinazione del 3 ottobre 2023, di confermare lo stesso Bella. Perchè gli altri non danno le stesse ‘garanzie’? Improbabile ad una valutazione sulla carta, senza la conoscenza diretta e profonda dell’animus dei candidati in offerta, sempreché vi siano.

Molto più verosimilmente invece le cose vanno così.

Un dato certo è che il rapporto di fiducia da parte di Abbate-Ficano-Monisteri verso Bella, e di fedeltà assoluta di quest’ultimo al primo di loro unico dante causa, mai viene meno. Accade però che quando Abbate confida nella nomina di un commissario dell’ente Provincia di Ragusa (ormai Libero consorzio di comuni) di propria totale fiducia, pensi di trasferire lì il fido Bella, per proprio e suo tornaconto: a Modica sarebbe pronta Domenica Ficano la cui fedeltà è comprovata non meno che quella pluriennale di Bella. In effetti qualche dubbio – non di fedeltà, ma di trasparenza e di rispetto delle norme – ci sarebbe, per esempio ai sensi dell’ art 7 del decreto legislativo n. 39 del 2013 (qui) che sancisce l’inconferibilità dell’incarico di segretario comunale a fronte di quello di commissario svolto nei due anni precedenti. Ma il ‘sistema’ potrebbe mai contenersi di fronte ad un ostacolo così ‘piccolo’, dopo le tante ben più ardue prove fornite?

Tornando alla ricostruzione più probabile dei fatti, sono le date a sostenerla.

Il primo di agosto comincia a circolare la notizia che Ficano sarà la nuova segretaria generale prescelta dalla neo sindaca. A fine agosto scade il periodo di carica dei sei commissari dei Liberi consorzi dei comuni (le ex Province) e nell’imminenza cominciano, ad agosto appunto, le manovre di capipartito e capicordata della coalizione-Schifani per scegliere i nuovi. La nomina avviene con due settimane di ritardo, il 13 settembre ’23.

Quindi quando il 31 luglio la sindaca Monisteri comunica al segretario Bella l’avvio dell’iter di pubblicizzazione della sede, e soprattuto quando il 22 agosto esso si concretizza comparendo sul sito del Viminale e dell’albo di categoria, siamo proprio nell’imminenza di tali nomine al vertice dei Liberi consorzi comunali e, quindi, in pieno lavorìo di richieste e pretese nel gioco delle appartenenze che assegna le sei poltrone a partiti e padrini politici della maggioranza che governa la Regione: il partito di Abbate e di Cuffaro è uno di questi ed ha la sua brava casella.

A Ragusa però plana Patrizia Valenti già al comando della segreteria tecnica di Cuffaro presidente della Regione e capo di gabinetto di vari assessori nel governo-Lombardo, e perfino assessore nella giunta Crocetta. Ma nella lottizzazione d’annata la dirigente presenta altre credenziali, sicchè la mira ‘cuffariana’ sulla poltrona di segretario dell’ex Provincia di Ragusa perde quota e si rivolge altrove.

Infatti il 3 ottobre, con la citata determinazione, Monisteri mette nero su bianco: ‘come non detto’; abbiamo Bella, ce lo teniamo e si accontenti dei duecento mila euro che il Comune ogni anno paga per lui, con l’aiutino aggiuntivo di premi che non gli faremo mancare mai, e della garanzia di mani libere sugli incarichi della sua collezione che può incrementare come vuole.

Per la cronaca va detto che questa piena libertà d’azione di Bella qualche limite lo trova. Non nei doveri di servizio istituzionale o nelle esigenze di cura dell’ufficio di segretario generale del Comune di Modica: questo no, come abbiamo ben visto. Ma negli umori e nei livori di Abbate e negli interessi, personali o politici, dell’esponente del partito di Cuffaro. Qualcosa del genere succede l’estate scorsa quando Bella lascia all’improvviso la reggenza ‘a scavalco’ della segreteria del Comune di Ispica, un altro dei tanti incarichi, assunto a maggio 2021 mentre è segretario anche ad Acate, oltre che a Modica. Un articolo de Il Domani ibleo del 3 agosto 2023 (qui) ci aiuta a capire perchè Bella rinunci ad uno dei pezzi della sua collezione (a maggio fa la stessa cosa a Pozzallo, altro incarico) fornendoci indizi, coerenti con varie testimonianze, che si tratti di un messaggio – un pizzino istituzionale, da parte del presidente della commissione affari istituzionali dell’Ars, nelle vesti in questo caso di ‘ras’ politico cuffariano – al sindaco di Ispica Innocenzo Leontini in un momento di scontro nell’agone politico di questo comune. Un messaggio in …Bella mostra che certifica la fedeltà assoluta del burocrate al suo committente.

Tornando alla manovra d’agosto che per poco non fa emigrare Bella in Provincia, la ‘fuga’ si rivela solo un sogno di mezza estate e le date sono un sigillo: tre settimane prima delle nomine di Schifani, Monisteri avvia la procedura di ricerca di un nuovo segretario per Modica; due settimane dopo le nomine, la marcia indietro. Nel frattempo, prima che debba eventualmente trasferirsi a Ragusa, Di Bella provvede il 7 giugno, il 13 luglio e il 5 settembre ad incassare i superpremi per oltre cinquanta mila euro a carico del Comune.

E’ un ‘incidente’ quindi, di quelli correnti nel risiko dei giochi di potere tra fazioni politiche, a sbarrare la strada al ritorno a Modica di Domenica Ficano (la sindaca Monisteri nella determinazione del 3 ottobre non cita i nomi di aspiranti, ma l’unico a contare sarebbe stato il suo) dove avrebbe occupato il posto di Bella, a condizione che questo venisse liberato, grazie ad una più confortevole sistemazione per il fido garante degli affari di Abbate il quale peraltro alla Provincia guarda con attenzione per affermare il suo peso anche fuori dalla città della Contea e avrebbe gradito una bella postazione anche lì.

Modica, con tutti i disastri finanziari e le violazioni di legge, sempre fuori

dai radar della Procura. Bella invece si ritrova imputato in due processi penali

solo in quanto segretario generale dei Comuni di Ispica e Pozzallo e solo prima (mero dato di cronaca) che a Ragusa arrivi il procuratore Fabio D’Anna

Abbiamo visto lo stato di conformità degli atti amministrativi del Comune di Modica a leggi, regolamenti e statuto durante la lunga segreteria di Bella. Come diversi articoli sopra richiamati documentano, a gravi violazioni di legge da parte dei vertici politico-amministrativi dell’ente, di sicura rilevanza penale, non corrispondono, almeno finora e per quanto oggi conoscibili, atti della Procura di Ragusa chiamata ad espletare debite indagini su non poche notitiae criminis ricevute e, all’esito, se del caso ad esercitare l’azione penale.

La città di Modica e i provvedimenti dell’ente comunale, per strane coincidenze difficili da spiegare, finora, sempre secondo i documenti pubblicamente noti o comunque conoscibili, sono fuori dall’orbita di iniziative d’indagine pur dovute. Paradossalmente il solo a doversi difendere in tribunale è stato proprio Bella, ma solo per gli atti prodotti in altri comuni, Ispica e Pozzallo.

Peraltro Bella è segretario reggente ad Ispica per appena un anno, da agosto 2012 a settembre 2013, prima di tornarvi successivamente e fino all’estate scorsa come abbiamo visto. Eppure, lasciato l’incarico a settembre 2013, si ritrova prima indagato e poi imputato, insieme ad altre undici persone tra cui l’ex sindaco Piero Rustico, per abuso d’ufficio aggravato e continuato in concorso, in relazione ad una vicenda di pagamenti del Comune a fronte di documenti contabili dell’ente oggetto di rilievi, e all’occultamento di disavanzi. Ad alcuni degli accusati vengono contestate imputazioni di falsità in bilancio e falsità ideologiche. Ad aprile 2015 la conclusione delle indagini, un anno dopo il rinvio a giudizio, a giugno 2019 la sentenza: di assoluzione, per tutti gli imputati, relativamente ai documenti finanziari del 2011 e anni seguenti; per sopravventa improcedibilità dovuta a prescrizione, in relazione agli anni precedenti.

Un altro processo penale è quello che vede, dal 2015 e fino a pochi giorni fa, Bella imputato in relazione ad atti compiuti come segretario del Comune di Pozzallo, carica ricoperta per molti anni da agosto 2007. Bella è accusato, insieme ad altre cinque persone, di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, di truffa aggravata, di frode nelle pubbliche forniture. I fatti, risalenti ad un periodo compreso tra il 2011 e il 2015 in cui egli è segretario, riguardano il rimborso di somme, per complessivi 15 milioni e mezzo di euro, da parte della Prefettura di Ragusa al Centro di primo soccorso e accoglienza di Pozzallo in applicazione di un’apposita convenzione relativa alle attività e ai servizi approntati dal comune in occasione di sbarchi di migranti.

Il garante anticorruzione del Comune di Modica imputato per falso, truffa, e frode: nominato da Abbate e smascherato da Milena Gabanelli. Il processo è quello per i rimborsi gonfiati al Centro di soccorso e accoglienza di Pozzallo

Un’indagine molto accurata della Guardia di finanza accerta che una parte considerevole di tali somme non è dovuta o perchè esse sono relative a prestazioni non coperte dalla convenzione o perchè non rendicontate o per palesi difformità tra le quantità effettive e quelle relative al valore rimborsato: il tutto in un contesto di opacità, disordine amministrativo e contabile che, al di là dei reati, non depone certo per la trasparenza e la diligenza dei funzionari coinvolti.

L’inchiesta è condotta nel 2015 e 2016 quando a capo della Procura di Ragusa non c’è ancora Fabio D’Anna il quale s’insedia alla vigilia di Natale del 2017. Un anno prima, nel 2016, il pubblico ministero chiede il rinvio a giudizio che il gup dispone all’esito dell’udienza preliminare che comincia ad aprile 2017.

A sostegno della necessità di un processo, la procura allega i prospetti dettagliati della Guardia di finanza che passa al setaccio migliaia di fatture e riscontra per ognuna molteplici difformità, elaborando centinaia di prospetti con le corpose differenze tra somme dovute e non dovute: Qui il decreto di fissazione dell’udienza preliminare con la riciesta di rinvio a giudizio e la sintesi delle principali risultanze investigative.

Poi però il dibattimento, apertosi nel 2018, prende una piega molto strana. Il pubblico ministero (nel frattempo a capo della Procura c’è d’Anna) chiede e ottiene la citazione di una lunghissima serie di testi d’accusa, in pratica tutti gli operatori delle investigazioni, esaminati in relazione ad una sequenza, ripetitiva ed estenuante, degli atti d’indagine. Risultato: prima che finisca l’esame dibattimentale dei testi d’accusa, e prima che inizino a parlare quelli della difesa, il processo muore di prescrizione. Accade il 13 dicembre 2023 quando il tribunale prende atto che dalla data nella quale risultano commessi i reati accertati, sono maturati i tempi della sopravvenuta improcedibilità e quindi il processo è estinto. Per la cronaca a settembre scorso D’Anna ha lasciato la Procura di Ragusa, attualmente guidata dal reggente Marco Rota, per assumere l’incarico di procuratore generale a Caltanissetta.

Cinque anni di processo (Procuratore D’Anna) occupati per intero dai testi d’accusa (che bisogno c’era?) e così, prima ancora che gli imputati possano parlare, arriva la prescrizione: Bella non vi rinuncia scegliendo il dubbio rassicurante alla prova della propria innocenza che solo la sentenza può dare

A ragionare da cittadini contribuenti, sui quali grava il costo della giustizia come tutti i costi dello Stato, la vicenda appare inverosimile: in proposito focalizziamo in sequenza i dati che seguono.

Prima due anni di indagini serrate su decine di migliaia di documenti contabili, contratti, atti amministrativi, determinazioni dirigenziali, delibere, bonifici, pagamenti in varie forme: un’inchiesta difficile ma produttiva e veloce nei tempi, condotta dalla Guardia di finanza su delega della Procura la quale, nella fase che precede l’arrivo di D’Anna, chiede e ottiene il rinvio a giudizio.

Poi sette anni di processo senza neanche la possibilità di conoscere un solo argomento della difesa degli imputati perchè tutto questo tempo è occupato dai testi d’accusa i quali, se devono servire a sostenere e a far valere la responsabilità penale degli imputati per i reati accertati, ottengono l’effetto opposto: occupano l’intero tempo del processo e così impediscono che esso giunga a sentenza. Risultato: un nulla di fatto che beffa lo Stato per i nove anni di lavoro di decine di suoi uomini e priva gli accusati di una sentenza.

C’è da dire però che questo esito va benissimo agli imputati, nessuno dei quali rinuncia alla prescrizione: diritto insopprimibile riconosciuto a chiunque, tratto a giudizio, abbia la coscienza e la volontà di puntare ad una sentenza d’assoluzione, anzichè lasciare il dubbio sulla propria colpevolezza o innocenza. E non vi rinuncia neanche Bella il quale evidentemente non attribuisce alcun valore alla nettezza di una sentenza di merito che non gli lasci alcun rovello, nè ombra o macchia sul profilo e sull’attività di ‘servitore della cosa pubblica’ per la quale il Comune di Modica, e gli altri enti per cui lavora, lo pagano lautamente.

Ovviamente va rispettata la libertà di ciascuno, come individuo o privato cittadino, di consegnarsi a braccia aperte alla prescrizione e di beneficiare della quiete concessa all’innocente, purchè non risulti falsata la verità del senso del gesto di chi prenda tale quiete ma si rifugi nel più confortevole e rassicurate dubbio della propria innocenza e perciò rifiuti di sottoporsi alla prova di tale innocenza. Ma chi ricopra incarichi pubblici, addirittura così importanti, dovrebbe avvalersi con un certo discernimento di tale libertà e magari, a tutela del proprio onore e per rimuovere ombre dalla funzione pubblica ricoperta, sapervi rinunciare in cambio di un’altra libertà, etica e ben più alta: la garanzia della propria onestà che è fonte di vera libertà, di credibilità e di idoneità costituzionale alla cura della cosa pubblica.

Chi scrive, quando è stato imputato e si è trovato dinanzi alla ‘minaccia’ della prescrizione (si, per me, imputato, una minaccia grave da respingere con nettezza) l’ha sventata con l’atto libero e responsabile della rinuncia. E lo farà sempre, se e quando dovesse incombere la prescrizione in procedimenti che lo vedono imputato, peraltro tutti per diffamazione a mezzo stampa in cui l’accusa equivale al lusinghiero riconoscimento a me, giornalista, di avere scritto la verità e criticato il potere.

Bella, imputato dei reati ben diversi che abbiamo riferito, non ha avvertito questa esigenza ma l’importante è che almeno questa sua scelta sia nota pubblicamente: perciò il doveroso cenno in questo articolo.

Il processo in questione è quello per il quale nel 2018 Bella si trova costretto a lasciare l’incarico di Rpct, responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza del Comune di Modica. La cosa incredibile è come possa essere nominato dal sindaco Abbate nel 2015 e mantenuto nella carica mentre è indagato, e poi imputato, di reati così stridentemente incompatibili, in ben due processi contemporaneamente.

In effetti non è che presenti maggiore compatibilità, con l’imputazione di essere autore di tali reati, la carica di segretario generale di un comune, Modica in questo caso: quando Bella, ad ottobre 2015, assume l’incarico – che consiste innanzitutto nel garantire la legalità degli atti amministrativi dell’ente – è già indagato per falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, per truffa aggravata, per frode nelle pubbliche forniture: condotte criminose che è accusato di avere posto in essere nell’esercizio delle funzioni di segretario del Comune di Pozzallo (ed è nel contempo imputato, per abuso d’ufficio aggravato e continuato, in relazione ai fatti concernenti il Comune di Ispica).

Un anno dopo, nel 2016, diventerà imputato anche per i fatti di Pozzallo ma solo nel 2018, dopo l’emissione del decreto di rinvio a giudizio, si scopre la singolare coesistenza nella sua persona di tale duplice pendenza giudiziaria e dell’incarico espletato da anni (c’è da chiedersi come) di tutore della legalità del Comune di Modica. Scoperta che si deve ad un report, qui e qui, di Milena Gabanelli sul Corriere della Sera riguardante la singolare situazione di responsabili anticorruzione, dei comuni ed altri enti, condannati, imputati o indagati.

La strana missione istituzionale, in rappresentanza del Comune di Modica,

del segretario comunale Bella a Târgu Neamț in Romania, per un congresso

di quattro giorni dell’Aicl, associazione di critici letterari, sul tema ‘Favola,

storia, novelletta allegra, proverbio: fonti basilari per la creazione letteraria’.

Siamo partiti in questo articolo dai premi generosi attribuiti dal Comune di Modica a Bella, a giugno, luglio e settembre scorsi.

Allo stesso mese di settembre risale anche la notizia di una missione all’estero compiuta dal segretario Bella per conto del Comune e come suo più alto rappresentante. Una missione molto strana considerato l’evento oggetto della partecipazione: il congresso dell’Aicl, associazione internazionale critici letterari, in Romania, a Târgu Neamț, centro di venti mila abitanti nel nord del paese quasi al confine con l’Ucraina. L’evento dura quattro giorni, dal 7 al 10 settembre 2023 e vede appartenenti all’associazione di vari paesi (Romania, Moldavia, Albania, Georgia, Italia, Spagna, Usa) trattare il tema <<Favola, storia, novelletta allegra, proverbio: fonti basilari per la creazione letteraria>>.

Un tema presumibilmente interessante per narratori, poeti, saggisti, editori e, ovviamente, per i critici che scrivono delle loro opere ma rispetto al quale è difficile immaginare l’interesse di un comune come, in questo caso, quello di Modica in coerenza con il proprio statuto e le funzioni istituzionali esercitate. In effetti la missione dall’Italia si deve non solo al Comune di Modica ma anche a quello di Ispica che però non invia il proprio segretario o un altro burocrate ma un assessore con deleghe in materia di politiche per l’immigrazione e per l’integrazione sociale degli stranieri, politiche comunitarie, pari opportunità, cooperazione internazionale e gemellaggi, volontariato e terzo settore, politiche sociali, politiche per la famiglia: Iuliana Schuller, rumena con laurea in ingegneria nucleare a Bucarest ma da oltre dieci anni ad Ispica, mediatrice culturale a attivista sociale. Ovvio che la sua partecipazione all’evento, sia per le sue radici culturali che per le deleghe esercitate nell’amministrazione comunale, abbia un senso e che appaia naturale il suo ruolo di rappresentante istituzionale dell’ente conferitole per l’occasione dal sindaco.

Difficile cogliere invece il senso del mandato di rappresentanza attribuito dalla sindaca di Modica Monisteri al burocrate Bella le cui performances – di improbabile responsabile anticorruzione, di imputato in processi penali e di certificatore dei disastri finanziari del sistema-Abbate – a questo punto sono ben note a lettrici e lettori di questo articolo.

Per la cronaca, un anno prima è proprio Modica la sede di tale congresso, anche con il patrocinio del Comune, il 29 e 30 aprile 2022, quando il sindaco Abbate è dimissionario da dodici giorni ma fino a quel momento tiene nascosta la notizia, addirittura mentendo e negando con dichiarazioni alla stampa (qui in proposito un articolo de ‘il Domani ibleo’) le dimissioni presentate il 18 aprile le quali per venti giorni sono in teoria revocabili. Il caso esplode proprio sabato 29 aprile, quando si apre il congresso che vede presenti l’allora – e ancora in carica, fino all’8 maggio – sindaco Abbate e l’assessora alla cultura Maria Monisteri. Un ruolo di rilievo, anche dal punto di vista organizzativo, assume Corrado Monaca, socio Aicl e in senso all’associazione ‘direttore strategico per l’Italia della transizione ecologica’, al quale è riconosciuto il merito della scelta della città della Contea (qui in proposito un comunicato del Comune di Modica), mentre, come naturale, non figura ad alcun titolo il segretario generale il cui profilo e la cui funzione non hanno alcuna attinenza con i contenuti di un evento dedicato alla poesia e a Salvatore Quasimodo, temi prescelti per giustificare la sede e tonificare l’annuale ritrovo degli appartenenti a questa associazione di critici letterari.

Impossibile trovare una ragione fondata e convincente della ‘missione istituzionale’ del segretario comunale in Romania. Tale non può essere la casualità del ruolo della moglie relatrice nel congresso dei critici letterari

Dunque, tornando al congresso in Romania del 2023, perchè un burocrate, il segretario generale, a rappresentare il Comune di Modica? E perchè il Comune di Modica (che non ha il sindaco, nè un assessore o un consigliere con il profilo di Iuliana Schuller) in questo congresso di critici letterari in un piccolo centro della Romania edificato intorno ad una vecchia fortezza più volte attaccata nei suoi sette secoli di storia e meritevole, anche per queste sue origini, di visita turistica?

Una risposta non c’è, a meno che non si voglia dare considerazione ad un elemento sicuramente casuale e del tutto estraneo ai quesiti posti. Tra i relatori in questo congresso di quattro giorni in Romania, dal 7 al 10 settembre 2023, figura Lucia Trombadore, coniuge di Giampiero Bella.

Lo si apprende dagli articoli di stampa pubblicati da varie testate e in effetti riproducenti lo stesso identico testo veicolato, c’è da presumere, da un comunicato stampa o da una nota di organizzatori o partecipanti al congresso (qui e qui due esempi di articoli che lo riportano dai quali apprendiamo appunto che <<tra i relatori … anche Lucia Trombatore, docente e scrittrice pozzallese e Corrado Monaca, imprenditore e operatore culturale ispicese. In particolare – si legge – Lucia Trombatore ha tenuto una relazione dal titolo “L’archetipo di Kore nel cunto siciliano di Betta Pilusa”, un’analisi sia letteraria che antropologica del racconto “Spera di Suli-Betta Pilusa” pubblicato da Giuseppe Pitrè nella sua raccolta di “Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani (1875 ). La storia di “Betta Pilusa” – riferisce il testo – è un esempio di narrazione siciliana che affonda le sue radici nell’archetipo di Kore, una figura mitica associata alla metamorfosi. Il racconto di “Betta Pilusa” esplora temi come il passaggio dalla fanciullezza all’età adulta, il ruolo femminile e altre dinamiche familiari complesse. Corrado Monaca ha parlato degli “Aforismi come embrioni fecondi di letteratura”, soffermandosi sulla figura di Peppino Burgio da Monterosso Almo. Autodidatta, pastore, operaio, imprenditore edile, politico, scrittore e aforista, Burgio ha scritto un volume di aforismi in dialetto siciliano (un secondo è in corso di stampa)>>.

Dato atto all’assessora Schuller del suo validissimo titolo a rappresentare il Comune di Ispica, e ai relatori Monaca e Trombadore (quest’ultima compare nella missione in Romania ma non figura nel programma dell’anno prima a Modica: qui e qui articoli di stampa in proposito) del merito di avere trattato i temi sopra richiamati, rimane il nodo irrisolto: che ci faceva il segretario del Comune di Modica in missione istituzionale? Logico che avesse tutti i suoi motivi personali per esservi, come privato cittadino o come privato accompagnatore di un’invitata e partecipante qualificata quale relatrice nel congresso. Ma il motivo istituzionale qual’è?

La domanda ha diverse implicazioni, innanzitutto a tutela delle buone ragioni della partecipazione all’evento che sono solo quelle attinenti alla veste di ‘accompagnatore’ della relatrice-consorte alla quale fa torto ovviamente la finzione di uno schermo istituzionale che ha tutta l’aria dell’asservimento di una pubblica istituzione a comodità private.

E ciò dispiace anche alla luce dei meriti della scrittrice Lucia Trombadore da tempo attiva e apprezzata non solo per le sue pubblicazioni (tra le quali ricordiamo due volumi di scritti drammaturgici ‘Virilmente’ e ‘Donne senza fede’,  soggetti teatrali messi in scena come ‘Ripristina’ e ‘La confessione di Mell’, il romanzo ‘In viaggio con gli Dei’, i saggi ‘Non è così’,  ‘A me ci penso io’, opere poetiche come ‘Doppiando il capo’, ‘Melagrana’) ma anche per il suo impegno di animatrice culturale documentato da innumerevoli convegni, presentazioni di libri (anche di magistrati-scrittori), eventi di vario genere. Un attivismo culturale notevole, arricchito dalla presidenza di lungo corso della Fidapa e dalle tante iniziative promosse.

L’attività, intensa e apprezzata, della scrittrice Lucia Trombadore

e le sue iniziative di animazione culturale meritano di essere liberate

dal giro di sponsor e patrocini di enti nei quali opera l’influente coniuge

Per la cronaca alcune di queste iniziative, compresa la presentazione di suoi libri, ottengono il patrocinio del Comune di Modica purtroppo nello stesso periodo in cui Bella ne è al vertice quale segretario generale. In proposito gli archivi segnalano anche alcune edizioni del Trofeo del Mare, evento che, oltre che di sponsor privati, vive di contributi pubblici e che da tempo è radicato a Pozzallo dove il Comune ne è il principale sostenitore. Edizioni caratterizzate dalla direzione artistica di Lucia Trombadore: incarico che – non sappiamo – magari avrà assolto benissimo (ma questo è affare dei suoi committenti, organizzatori dell’evento patrocinato dal Comune) ma che è difficile enucleare con limpidezza di contorni da una sequenza di esperienze la quale ha tutt’altre connotazioni e, soprattutto, dalla sfortunata casualità di certe incombenze burocratiche del coniuge, segretario per molti anni, e fino a maggio scorso, anche di quel Comune. E in proposito il problema non si pone solo con riferimento a funzioni direttamente e specificamente esercitate in un determinato ente ma, più complessivamente, al profilo di tali funzioni e alla loro potenzialità invasiva di relazione con altre istituzioni pubbliche e organismi privati.

Sia chiaro, chi scrive può solo provare ammirazione per la saggista, poetessa, narratrice e drammaturga che insegna latino e greco nel liceo classico ‘Tommaso Campailla’ di Modica del quale molto tempo fa sono stato studente. Il mio forse è un preconcetto, fortemente ispirato dall’avere avuto, nel triennio liceale (anni ’75-’78) un docente di latino e greco come Giuseppe Pisasale, un ‘maestro’ di prima grandezza, conoscitore e studioso superlativo del mondo classico, a mio avviso docente di livello difficilmente eguagliabile ed intellettuale immerso nel presente con piena e profonda lucidità di visione civile, etica, sociale e politica. La memoria di tale esperienza di formazione probabilmente influenza la mia considerazione astratta di chi (pur senza che io ne abbia conoscenza diretta), dopo Pisasale abbia insegnato o, come nel caso di Trombadore, insegni attualmente latino e greco al ‘Campailla’ di Modica.

Perciò tante qualità, vere o presunte, e tanto impegno nella produzione culturale non meritano il disturbo di certe casualità: che sia un patrocinio o un incarico atipico o l’accompagnamento molto poco istituzionale al congresso dei critici letterari e perciò limitativo del senso autentico di più degne e naturali motivazioni.

In proposito, se il Comune di Modica rispettasse le norme sugli obblighi di trasparenza, il sito ci direbbe se vi sia, e quale, un costo per i contribuenti di tale singolare missione e come siano eventualmente calcolate e liquidate le spese relative. Sul sito non c’è traccia o perchè non sono stati, o non sono stati ancora, prodotti atti da pubblicare o perchè, semplicemente, non sono pubblicati come accade spesso anche per provvedimenti ben più importanti, oscurati alla città e alla comunità tutta in violazione di precise norme.

Noi abbiamo chiesto notizie al segretario Bella sia su tale evento specifico che su tutti i temi trattati in questo articolo, insieme ad ogni valutazione utile a fornire una lettura dei fatti non solo basata sulla puntuale ricostruzione documentale ma arricchita anche dal punto di vista dei loro protagonisti.

Finora nessuna risposta.

Nondimeno confidiamo nella possibilità che lettrici e lettori possano trovare esauriente la ricostruzione che con rispetto delle fonti documentali, rigore nella ricerca, nell’analisi e nell’acquisizione di testimonianze abbiamo cercato di compiere.