È diventato un caso nazionale il presunto avvelenamento denunciato da Emanuele Filiberto di Savoia – nipote dell’ultimo re d’Italia, imprenditore svizzero con passaporto italiano da quando, nel 2002, è caduto l’obbligo dell’esilio per la casa dinastica – presidente della squadra di calcio campana Real Aversa, sconfitta ieri con il risultato di 6 a 0 dal Ragusa nella partita valevole come gara dei play-out del girone I di serie D.
“Quello che è accaduto ieri è un qualcosa di inaudito e, dal mio punto di vista, è un attacco anche alla mia persona oltre che alla città di Aversa. Hanno avvelenato la mia squadra”, aveva dichiarato l’erede di Casa Savoia in una nota sulla sua pagina Facebook. “Abbiamo deciso di mandare in ritiro la squadra direttamente nella città di Ragusa, in un noto albergo cittadino, proprio per farla ambientare – racconta – essendo una città a 600 mt dal livello del mare, ma mai potevamo immaginare che nel 2023 potessero accadere cose simili. Non voglio fare nessuna illazione, ma l’unica cosa certa che tutti i nostri calciatori stanno in ospedale. Durante il viaggio di ritorno, dopo le molte fermate per vomitare, è stato necessario portarli all’ospedale di Salerno e purtroppo sono stati tutti ricoverati, purtroppo non sono riusciti neanche a rientrare a casa”.
Il Ragusa calcio ha prontamente risposto alle accuse del presidente del Real Aversa Emanuele Filiberto mettendo in campo i suoi legali: “Il Presidente dell’Asd Ragusa Calcio, Giuseppe Trapani e il medico sportivo della società hanno conferito mandato agli avvocati Fabrizio Cavallo e Francesco Guastella per sporgere querela nei confronti del dott. Emanuele Filiberto di Savoia, proprietario della squadra del Real Aversa, per le gravi affermazioni divulgate al termine del match che si e’ disputato a Ragusa e che ha visto protagoniste le due formazioni impegnate nei play out del campionato di serie D”. Nella nota si legge che “la dirigenza del Asd Ragusa calcio ritiene inaccettabili e deliranti le parole del dott. Emanuele Filiberto di Savoia che lascia intendere che vi sia stato addirittura una sorta di complotto ordito dal ASD Ragusa calcio, che avrebbe portato all’avvelenamento dei suoi giocatori che per questa ragione avrebbero perso il match in questione”.
Le accuse vengono anche respinte dall’Asp di Ragusa che in un nota della Direzione sanitaria intende dare chiarimenti e rimanda al mittente le accuse della squadra campana: “In riferimento al comunicato stampa diffuso da Sua Altezza Reale, Principe Emanuele Filiberto di Savoia, l’ASP di Ragusa precisa quanto segue. Domenica mattina, alle ore 10.10, si presentava presso il Pronto soccorso del P.O. “Giovanni Paolo II” un tesserato della società di calcio Real Agro Aversa, accompagnato da due persone. Dopo l’accettazione in Triage e in virtù dei sintomi manifestati (dolore addominale, febbre, vomito, diarrea), al paziente veniva assegnato un ‘codice verde’. Dopo una rivalutazione visiva da parte dell’infermiere di Triage alle 10.31, l’unico medico in servizio, di sesso maschile, prendeva in carico l’assistito alle 11.03. Al paziente veniva preso un accesso venoso per eseguire gli esami di laboratorio e somministrata una terapia. Il medico in servizio, di fronte alle richieste dell’accompagnatore sui tempi di permanenza nella struttura, spiegava che era necessario attendere la risposta alla terapia e il risultato degli esami, che verranno stampati alle 12.19. All’esito della diagnosi di Gastroenterite, però, il calciatore aveva già abbandonato assieme agli accompagnatori i locali di PS. Inoltre, a seguito di verifica interna, si segnala che all’interno del Pronto Soccorso non era presente alcuna dottoressa. Qualsiasi ricostruzione successiva, pertanto, è destituita di ogni fondamento”.
Non manca nemmeno lo sconcerto del sindaco di Ragusa Cassì che dai suoi canali social rigetta ogni tipo di accusa: “Ma come si permette, il principe Emanuele Filiberto, a infangare una comunità intera pur di non accettare il netto verdetto del campo? Le accuse che senza alcuna prova sbandiera, forse alla ricerca di una visibilità che nemmeno i reality show gli hanno assicurato, sono gravi e intollerabili. Nel suo lungo comunicato, su cui campeggia lo stemma reale e nemmeno quello della società sportiva, a conferma di un tentativo di personale esibizionismo, Sua Altezza Reale dà per acclarata la sua farneticante teoria del complotto. Ben venga ogni accertamento sulla vicenda (le prime prove già smentiscono categoricamente il principe) ma lasciatemi esprimere un concetto. Anni di attività sportiva mi hanno insegnato che la sconfitta è parte integrante del gioco, ciò che cambia è come la si vive: nella sconfitta un vincente trova esperienza, un perdente cerca una scusa. Ragusa è una città onesta e perbene, venga pure il principe Emanuele Filiberto a visitarla e, su questo, troverà tutte le prove che cerca”.